Accolto il reclamo della Procura. Riconosciuta la chiara intenzione di ledere in modo importante
Bruno Doglioli, giocatore in forza ai Rangers Vicenza, era stato interdetto 36 mesi dal Giudice Sportivo per l’episodio del placcaggio di spalle ai danni dell’arbitro internazionale Maria Beatrice Benvenuti nel corso della sfida contro il Valsugana dello scorso 11 dicembre. Un episodio che aveva fatto il giro del web e che aveva avuto anche una coda di tipo giudiziario interna agli organi federali competenti. La Procura infatti, come aveva anticipato dalla Gazzetta dello Sport a metà gennaio, aveva richiesto di “ricorrere presso la corte d’appello sportiva contro l’interdizione triennale comminata in prima istanza” giudicando insufficiente quanto stabilito Giudice Sportivo. Oggi è stato pubblicato sul sito della Federazione la sentenza della Corte Sportiva di Appello: che ha accolto la richiesta di radiazione proposta dalla Procura (che da statuto ha il compito di “assicurare la piena osservanza delle norme dell’ordinamento sportivo”)
Il Giudice Sportivo, che nell’emettere le proprie sentenze non ha la facoltà di ricorrere alla prova televisiva, non ha potuto “rendersi pienamente conto della brutalità e dell’efferatezza dell’aggressione”. “La decisione impugnata contiene una sanzione che non è congrua rispetto alle modalità e alle caratteristiche con le quali è stata perpetrata l’aggressione”, si leggeva sul reclamo presentato dalla Procura. Ancora: il gesto “evidenzia con crudezza la condotta del tesserato Doglioli, che non si ha tema di definire odiosa e vigliacca oltre che assolutamente contraria ai principi ispiratori del Rugby”.
Il dispositivo ricostruisce poi il contesto in cui è accaduto il fatto e per il quale fa fede il referto arbitrale della Benvenuti, che ha riscontrato per tutta la gara un atteggiamento “irriguardoso, aggressivo e indisciplinato” da parte di Doglioli (che del Vicenza era anche capitano). Nel corso dell’incontro sono poi arrivati due cartellini gialli contro la squadra e un altro richiamo: quindi, un primo tentativo di carica alle spalle non portato a compimento “perché avevo incrociato il suo sguardo” (sempre da referto), quindi il secondo che ha fatto il giro del mondo. Il gesto, stabilisce la Corte Sportiva di Appello, “appare volontario e […] premeditato al fine di colpire pesantemente la sig.ra Benvenuti che è di spalle e, quindi, vulnerabile e non in grado di evitare l’impatto o di limitarne la portata […] Vi è chiara intenzione del sig. Doglioli di ledere la sig.ra Benvenuti in modo importante“. L’aggressione è giudicata “totalmente ingiustificata e oltremodo pericolosa per la salute della vittima […] volontaria, premeditata, efferata, vigliacca e proditoria“. E la radiazione è accolta.
E’ la pena più alta che possa essere comminata e può essere sospesa solo attraverso la Grazia, che può essere concessa dal Presidente Federale dopo che siano trascorsi almeno cinque anni dalla data di adozione della sanzione definitiva.
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