Super Rugby 2017: focus sulle Conference sudafricane

Occhi puntati su Lions e Bulls. E attenzione ai Jaguares…

super rugby

ph. Reuters

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta della nuova edizione del Super Rugby, la cui partenza è prevista per domani 23 febbraio. Dopo esserci occupati  delle franchigie australiane e neozelandesi, volgiamo ora il nostro sguardo alle restanti otto squadre che si daranno battaglia per il titolo, provenienti da Sudafrica, Argentina e Giappone.

 

Africa 1

Prima fermata del nostro viaggio: i Bulls. La squadra di Pretoria si presenta ai nastri di partenza con l’acquisizione di Lood De Jager dai Cheetahs, oltre a Jacques Potgieter e Johnny Kotze. Tuttavia, i Tori devono fare i conti con perdite significative in mischia, che ha visto la partenza di van der Merwe, Greyling e Werner Kruger. Il ritorno di Handre Pollard assicurerà però consistenza, e anche il fatto di aver evitato tutte le neozelandesi nel sorteggio farà sicuramente la sua parte.

 

Grossa incognita per i Cheetahs. I vincitori della passata Currie Cup possono attingere ampiamente da una formazione provinciale giovane e talentuosa, ma il Super Rugby, ahimè, è un’altra cosa. Sarà possibile per la franchigia di Bloemfontein mantenere ritmo e velocità dimostrate nel domestic sudafricano? Gli incontri di preparazione non fanno ben sperare, così come lo stop forzato di capitan Venter per la prima parte di stagione. Ma il resto, come sempre, lo dirà il campo.

 

Cambiamenti in casa Stormers, ma non troppi. In un periodo finanziariamente difficile, la franchigia del Capo si è trovata svantaggiata per quanto riguarda le mosse di mercato, aggiudicandosi SP Marais dai Bulls ma perdendo Schalk Burger, passato alla Premiership: tuttavia, restano le pedine chiave Eben Etzebeth e Pieter-Steph Du Toit (raggiunto quest’anno dal fratello Johan). Basterà per migliorare il record dello scorso anno, con l’improvvisa eliminazione ai quarti?

 

Grosse novità nel Paese del Sol Levante: i Sunwolves presentano una squadra ampiamente ristrutturata, con trenta nomi assenti la passata stagione. Willie Britz, Fumiaki Tanaka e Sam Wykes sono forse gli acquisti più noti, ma non va dimenticato come, in generale, i vertici della franchigia nipponica abbiano deciso di investire ancor di più su giocatori già convocati in nazionale. In panchina siederà Filo Tiatia, ex All-Black già assistant coach lo scorso anno, mentre la fascia di capitano passa, condivisa, ad Ed Quirk e Harumichi Tetekawa.

 

 

Africa 2

Dopo una stagione di debutto quantomeno deludente, dovuta soprattutto alla differenza di stile tra emisferi (gran parte della formazione arrivava infatti dalle competizioni per club europee) i Jaguares tenteranno questa volta di stupire tutti, migliorando le cinque vittorie, tutte ottenute contro compagini sudafricane. Le enormi distanze da coprire ed il fatto che spesso la franchigia debba essere “spezzata” in due gruppi per consentire di gestire adeguatamente i tempi e i modi del torneo non aiutano di certo, ma quest’anno i Giaguari avranno dalla loro sette volti nuovi, tra cui Benjamín Macome (in ritorno da Bayonne) ed i nazionali sevens Ezcurra ed Alvarez, oltre al primo straniero, l’ala uruguayana Nicolas Freitas. Gli infortuni di Landajo e Lavanini non aiutano, così come i dubbi sulla convocabilità di Isa (sotto contratto con il Tolone), tuttavia… Staremo a vedere

 

Ed eccoci ai Kings. La squadra dell’Eastern Cape ha fatto molto parlare di sé, non solo per i risultati sul campo ma anche per la sua discussa reintroduzione in Super Rugby. Si tratta di una squadra profondamente modificata rispetto al 2016, con molte “fughe” verso l’Europa ed il resto del Sudafrica (ad esempio, il tallonatore Edgar Marutlulle). Resta tuttavia Chris Cloete, a cui va aggiunta la firma dell’ex-Highlander Ross Geldenhuys. Come per i Bulls, anche nel caso dei Kings il sorteggio è stato fortunato, permettendogli di evitare l’intera New Zealand Conference.

 

Capitolo Lions: cosa ci riserveranno i finalisti dello scorso anno? La scelta di mettere a riposo le prime scelte nella sfida finale contro i Jaguares si è rivelata fatale per i Leoni, che hanno pagato attraverso uno svantaggioso abbinamento nei playoffs: una simile scelta, ancora oggi vessata dalla stampa sudafricana, verrà però senza dubbio evitata quest’anno. Elton Jantjies, Faf de Klerk e capitan Whiteley restano le chiavi della formazione di Johannesburg, mentre Marvin Orie è l’unica firma degna di nota per quanto riguarda i nuovi ingressi. Da segnalare anche l’improvviso ritiro di Warwick Tecklenburg.

 

Per finire, eccoci a Durban, dove incontriamo gli Sharks. Naturalmente, gli occhi saranno puntati ancora una volta su Pat Lambie, capitano e forza trainante degli Squali, oltre che su Cobus Reinach. In entrata giungono il francese Clement Poitrenaud, Kobus van Wyk, Jeremy Ward e Jacques Vermeulen, mentre in retroguardia è da segnalare la pesante perdita di Willie Le Roux: il fantasioso estremo è infatti approdato in Premiership ai Wasps. Nonostante gli infortuni che ne hanno funestato la stagione passata, anche l’abbandono di Marcell Coetzee (all’Ulster) si farà sentire.

 

di Marco Meneghetti

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