La scelta è di non archiviare. Quattro i deferimenti
La notizia era stata data dall’ANSA il 12 ottobre scorso e riguardava la questione contabilizzazione del Fondo di Solidarietà, in merito alla quale era stata avviata un’indagine da parte della Procura Generale dello Sport del CONI che si era conclusa con l’archiviazione. In merito alla vicenda, secondo la più importante agenzia di stampa italiana la Federazione aveva presentato un esposto alla Procura Federale per denunciare una fuga di notizie relativa all’indagine della Procura Generale dello Sport. L’accusa sarebbe “di aver diffuso notizie e documenti riservati come l’Acip, (avviso di conclusione delle indagini preliminari) ledendo in questo modo l’immagine del movimento rugbistico italiano. Insieme a Innocenti (presidente Comitato Veneto) sarebbero stati segnalati alla Procura Federale anche Fulvio Lorigiola (dirigente del Petrarca Padova) e Roberto Zanovello (consigliere federale). L’ipotesi per tutti è la violazione del principio di lealtà e correttezza da parte di alcuni tesserati” (virgolettato ANSA).
Cosa dice il Regolamento di Giustizia FIR? Art.20 sui doveri generali, comma 1: “I tesserati devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto riferibile all’attività sportiva o comunque federale; comma 2, “Ai tesserati è fatto divieto di fornire a terzi notizie o informazioni relative a fatti oggetto di procedimenti disciplinari in corso“; e infine comma 5, “Il tesserato che venga meno ai doveri sopra indicati è punto con la sanzione dell’interdizione da un mese a tre anni”.
Su Gazzetta.it dello scorso 15 gennaio si leggeva che la Procura Federale aveva concluso le indagini nei confronti di Marzio Innocenti, Fulvio Lorigiola, Roberto Zanovello e Gianni Amore “per aver divulgato la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati della procura generale dello sport dei vertici della Fir del quadriennio 2012-2016 in relazione alla gestione del fondo di solidarietà per i grandi infortunati” (virgolettato Gazzetta.it). La procura contesterebbe proprio la violazione del principio di lealtà e correttezza. Non solo, perché come si legge, una sanzione di interdizione superiore ad un anno comporterebbe per Innocenti e Zanovello la decadenza dai rispettivi incarichi.
L’articolo 43 dello Statuto Federale dice infatti che “il venir meno nel corso del mandato anche di uno solo dei requisiti previsti dall’art.39 comporta l’immediata decadenza della carica, così come il verificarsi delle ipotesi di cui agli art. 40 e 42”. L’articolo 40 sull’ineleggibilità dice che sono ineleggibili alle cariche federali “i soggetti che abbiano riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive definite complessivamente superiori ad un anno, da parte delle Federazioni Sportive Nazionali, […]”. E Consiglio Federale e Comitato Regionale sono entrambi Organi federali, benché il primo “centrale” e il secondo di tipo “territoriale”.
Sul Gazzettino odierno, si legge che Roberto Zanovello, Marzio Innocenti, Fulvio Lorigiola e Gianni Amore sono stati deferiti “«per avere propalato atti e informazioni su un procedimento disciplinare»”. La Procura avrebbe pertanto scelto di non archiviare: con l’atto di deferimento, si instaura di fatto il procedimento dinanzi al Tribunale Federale. Entro dieci giorni dalla ricezione dell’atto di deferimento, il presidente del collegio fissa l’udienza di discussione.
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