La conferma del numero uno FIR a L’Equipe. Deciso il dove, restano da stabilire il come e il perché
“Quando la Francia è entrata nel torneo (1910, ndr) ci sono voluti tanti anni prima che diventasse competitiva. Abbiamo bisogno di tempo per continuare a progredire e di giocare partite di alto livello”. Inizia con queste parole l’intervista rilasciata dal Presidente federale Alfredo Gavazzi alle pagine digitali de L’Equipe alla vigilia della partita dell’Olimpico, persa dagli Azzurri contro la Francia. Si parla di competitività, e il discorso si sposta presto alle franchigie e alla partecipazione italiana in Pro 12. E qui si fa particolarmnete interessante e ci riguarda da vicino, soprattutto per quel che concerne il futuro delle Zebre Rugby.
“Entrare nel Pro 12 è stato necessario – spiega il numero uno del rugby italiano – […] I risultati ancora mancano. Stiamo facendo progressi, ma la stessa cosa vale per gli altri: basta pensare alla crescita di Connacht negli ultimi anni”. Il rugby italiano ancora non può paragonarsi per professionismo a quello europeo di più alto livello, anche se è a quello che deve ambire: “Il sistema rugby professionale che vediamo in Europa è ancora troppo alto per noi – prosegue Gavazzi – ma è in quella direzione che vogliamo andare”. A destare preoccupazione, come sappiamo, è soprattutto la situazione delle Zebre.
“Economicamente parlando la situazione è difficile. Non siamo stati in grado di convogliare risorse locali provenienti dal territorio, ma ci saranno probabilmente delle modifiche”. Ma per ora non di tipo geografico: “Al momento non è possibile trasferire la squadra a Roma o Milano, perché non vi sono le infrastrutture in grado di ospitarle. L’anno prossimo le Zebre saranno sicuramente a Parma. Per la stagione successiva (2018/19, ndr) può essere che vi sia un trasferimento”.
Il Presidente federale conferma quanto più volte abbiamo scritto a proposito del futuro della franchigia bianconera, che resterà almeno un altra stagione alla Cittadella (e considerando qualità della struttura e vicinanza con l’Accademia Francescato, qualunque decisione diversa sarebbe difficile da comprendere). Abbiamo il chi (le Zebre o comunque la seconda franchigia), il dove (Parma), il quando (almeno un altro anno), restano da stabilire il come (integralmente federali o ancora private) e soprattutto il perché (con ambizioni di classifica o solamente di sviluppo). Inutile dire quanto quest’ultima risposta sia la più importante in assoluto.
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