Finestra estiva a luglio e 40% in più di Test tra Tier 1-Tier 2. Beaumont: una pietra miliare
Il calendario globale è uno dei temi più difficili da risolvere nel rugby moderno, ma anche uno di quelli su cui è da subito stata alta l’attenzione da parte della nuova governance di World Rugby. Dopo i molti annunci dei mesi scorsi, arrivano ora i primi dettagli sul nuovo calendario globale che entrerà in vigore dopo la Rugby World Cup 2019 e verrà mantenuto fino al 2032.
- Finestra internazionale estiva spostata a luglio (prime 3 settimane, 3 Test per squadra)
- Super Rugby ininterrotto grazie allo spostamento della finestra estiva
- Tour delle Nazioni Tier 1 nel Pacifico, in Giappone, Canada, Stati Uniti, Georgia e Romania
- Aumento del 39% dei Test tra Nazioni Tier 1 e Nazioni Tier 2
- Le nazionali SANZZAR a luglio ospiteranno anche squadre Tier 2
- Tour del Pacifico da parte di Francia e Inghilterra
- Georgia e Romania ospiteranno a luglio le squadre del Sei Nazioni
- Complessivamente le sei squadre del Sei Nazioni ogni novembre devono ospitare almeno sei partite contro squadre Tier 2
Bill Beaumont: una pietra miliare storica
“L’accordo arriva al termine di un anno di collaborazione tra federazioni, leghe e la International Rugby Players’ Association”, si legge nel comunicato diffuso da World Rugby. Decisivo è stato il meeting di gennaio a San Francisco: “Garantiremo sostenibilità per i prossimi dieci anni – ha dichiarato il Chairman Bill Beaumont – E’ una pietra miliare storica per noi. Al centro dell’accordo vi sono salute dei giocatori ed equità nei confronti delle nazioni emergenti, per un rugby internazionale più competitivo: tutto ciò è positivo per le federazione, per i giocatori e per i tifosi. Il processo è stato lungo, sono stati raggiunti compromessi. Ringrazio tutti coloro che hanno dato il proprio contributo”. Prossimo appuntamento all’Annual Meeting di maggio a Kyoto. Ci sarà ancora di discutere: in agenda il rilascio dei giocatori per il nuovo calendario internazionale.
Compromessi e vincitori
Uno dei vincitori è certamente l’Emisfero Sud, che da tempo chiedeva uno spostamento della finestra estiva a luglio per avere un Super Rugby ininterrotto e preparare i Test Match a fine campionato. Anche al prezzo di ospitare squadre Tier 2.
Il Vecchio Continente, dopo le voci dei mesi scorsi, “salva” il Sei Nazioni che non si sposta di neanche una settimana (si era parlato di aprile), ma va ricordato che modificare il calendario del torneo più antico sarebbe stato più che complicato, essendo una competizione privata. Certo è che la stagione regolare di Premiership e Pro12 finisce ad inizio maggio e andare a luglio è lunga…
Possono gioire e non poco le federazione Tier 2: ospitare le squadre del Sei Nazioni e, perché no, fare una scappatina sotto l’Equatore, rappresentano enormi vantaggi in termini di competitività sportiva ma anche mediatica.
I partecipanti al “Global calendar meeting” di San Francisco
Bill Beaumont (World Rugby Chairman); Agustín Pichot (World Rugby Vice-Chairman); Philip Browne (IRFU); Ian Ritchie (RFU); Serge Simon (FFR); Steve Tew (NZR); Bill Pulver (ARU); Dan Payne (USA Rugby); Bruce Craig & Mark McCafferty (PRL); Paul Goze (LNR); Martin Anayi (PRO 12); Rob Nichol (IRPA); Brett Gosper (World Rugby Chief Executive); David Carrigy (World Rugby Head of Development & International Relations); Mark Egan (World Rugby Head of Competitions and Performance) and Martin Raftery (World Rugby Chief Medical Officer).
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