Ian Ritchie, numero uno della RFU, ha fatto sapere di voler presentare la proposta nel prossimo mese
Durante la prossima riunione post-Sei Nazioni, in programma il prossimo mese, la Federazione inglese presenterà una proposta per la riduzione del massimo torneo continentale dalle attuali sette a sei settimane, un punto su cui spinge con forza da mesi anche la lega dei club di Premiership. L’obiettivo della RFU è di rimuovere una delle due pause presenti al momento nel Sei Nazioni, per poter comprimere il torneo in vista del nuovo calendario globale che entrerà in vigore a partire dal 2020.
“È una questione di cui si discuterà – ha dichiarato il CEO della Federazione inglese Ian Ritchie alla BBC – Crediamo che sia ragionevole una competizione spalmata su sei settimane invece che sette. Pensiamo che possa migliorarla e che sia una buona strada. Può anche darsi che gli altri siano d’accordo o meno. È giusto pensare a come migliorare e a come rendere migliore il Sei Nazioni“, ha continuato Ritchie. L’idea aveva già ricevuto diverse critiche dai protagonisti del torneo nelle scorse settimane: Joe Schmidt, ct dell’Irlanda aveva dichiarato che una minore durata del Sei Nazioni avrebbe pesato su quei movimenti non così profondi come quelli inglesi e francesi, mentre Stuart Hogg si era espresso senza mezzi termini sull’argomento, definendolo un cambiamento “impossibile, considerando gli infortuni e la fisicità del rugby di oggi”.
Nell’occasione, Ritchie ha inoltre rivelato che verrà presto approvata una regola interna alla RFU che prolungherà i termini per la naturalizzazione di un giocatore dai tre ai cinque anni, come sta già accadendo anche in Francia.
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