La sfida? Convincere gli avversari che in Italia sarà dura. Non un veni, vidi, vici
WalesOnLine l’ha definita “sconfitta shock”, l’head coach degli Ospreys Steve Tandy “un disastro”. Se il discorso playoff sembra abbastanza chiuso per la squadra di Swansea, la sconfitta di Monigo può costare ai gallesi il secondo posto che significa semifinale in casa. E andarsi a giocare l’accesso alla finale a Limerick o Dublino, è qualcosa che tutti vorrebbero evitare. Ma al di là della classifica (in cui i Leoni hanno fatto un bel passo verso la Champions Cup), la vittoria della Benetton ha un valore davvero importante non solo dalle parti di Treviso, ma in generale per tutto il rugby italiano. Che anche su queste prestazioni deve ricostruire la propria immagine e riguadagnare una parte del rispetto perduto.
Zebre-Munster, ovvero veni, vidi, vici
Poche ore prima del fischio finale di Nigel Owens, Munster batteva le Zebre 50-14 al Lanfranchi. Gli irlandesi sono arrivati in charter nella città ducale nella tarda serata di venerdì e sono ripartiti immediatamente dopo la fine del match, nemmeno 24 ore più tardi e con 5 punti in saccoccia. Un contesto che la dice lunga, appunto, sulla necessità di riguadagnare rispetto. Orari di atterraggio e ripartenza a parte, è innegabile che troppo spesso, soprattutto in questa stagione, la trasferta italiana sia stata sinonimo di cinque punti facili e neanche troppo sudati. Ma adesso, è probabile che Munster farà maggiore attenzione quando il 29 aprile scenderà in campo in terra veneta, per evitare risultati negativi.
Incidente di percorso? Non cinque anni fa…
Ma quello che la stampa estera ha considerato uno scivolone, un incidente di percorso, insomma, un risultato un po’ bizzarro, era qualche anno fa non la norma ma qualcosa di certamente più frequente. L’Irish Times parla di “sconfitta shock” e The42 di sconfitta “sbalorditiva”, titoli che non avrebbero utilizzato nelle stagioni 2011/12 (7 vittorie) e nella successiva (10). Ritrovare maggiore rispetto significa rendere gli avversari consapevoli della difficoltà della trasferta italiana. Convincere gli staff tecnici avversari che senza la formazione migliore portare a casa i cinque punti non sarà una passeggiata.
I primi frutti di un lungo percorso?
Che tipo di squadra è stata sabato Treviso? Rognosa, aggressiva, in grado di sporcare tutto il possibile dai lanci in touche ai breakdown avversari, con alcune prestazioni sopra le righe (Minto, Lazzaroni, Barbieri e Zani che si è fatto dei grandi 80 minuti) e un ordine tattico, salvo alcune situazioni di gioco rotto, sempre nei binari dell’ortodossia e non fuori dalla propria comfort zone. (Restano alcune gravi lacune di esecuzione: una su tutte, il calcio dalla base, che ben eseguito nell’economia del gioco di alcune squadre, come Munster e Irlanda, ha un peso specifico enorme).
“E’ un percorso lungo, soprattutto per la nostra cultura rugbistica […] Tutti noi dello staff crediamo in questa strada, sta richiedendo del tempo però noi i segnali da dentro iniziamo già a vederli e sono sicuro che i risultati arriveranno presto anche per la nostra squadra e soprattutto saranno duraturi”. Parole queste che ci diceva Marco Bortolami ad inizio marzo. Sperando che presto, anche dalle parti di Parma, si comincino a mettere le basi tecniche per la prossima stagione.
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