Finalmente arriva il successo in una “partita da vincere”. E quelle prestazioni azzurre…
Se è vero che una rondine non fa primavera, sul cielo del Lanfranchi ne sono volate due di fila, cosa che prima di sabato era accaduta una sola volta nella giovane storia della franchigia ducale. Il successo delle Zebre contro Newport non solo rilancia la squadra ducale nella corsa verso la Champions Cup, ma soprattutto offre indicazioni positive per quanto riguarda il dialogo Pro12-Nazionale. A cominciare da alcune prestazioni individuali.
Padovani & Co. Tornare al club con un bagaglio superiore
E se le due vittorie delle Zebre contro Connacht e Newport nascessero nascessero anche da uno dei peggiori Sei Nazioni della storia della Nazionale italiana? Detta in altri termini: quanta della confidenza con cui stanno giocando i vari Violi, Padovani, Bisegni e Ruzza, deriva dalle settimane di allenamento e/o partite con la Nazionale durante il torneo? Sia chiaro, nessuno vuole sminuire il lavoro di coach Jimenez e di tutto lo staff: anzi, il cambio di guida tecnica con l’addio di Gianluca Guidi sembra aver sciolto i bianconeri, che quando il match lo consente esprimono un gioco più libero e meno costretto, con contrattacchi alla mano e gesti tecnici anche azzardati – vedi assist al piede di Violi e il reverse pass per Padovani da cui sono nate le due mete che hanno steso i Dragons.
Semplicemente, affermare che se di recente al Lanfranchi si sono apprezzate prestazioni personali sopra la media da parte dei giocatori nel giro azzurro, un legame con le settimane trascorse a Roma e in giro per l’Europa può esserci. E a proposito del dialogo tra l’Alto Livello, sabato sugli spalti erano di nuovo presenti Conor O’Shea e Mike Catt, mentre nel riscaldamento la squadra ha fatto un esercizio collettivo di movimento della difesa molto simile a quanto visto nei pre-partita in maglia azzurra nei mesi di febbraio e marzo. Fatti, cose concrete.
Finalmente una partita “da vincere”
Se lo scalpo di Connacht, campione in carica e in lotta per la Champions Cup, sportivamente parlando è dei due il più significativo, la vittoria contro Newport porta con sé un valore aggiunto non indifferente. La sfida coi Dragons era una di quelle da vincere: una di quelle, insomma, che spesso le nostre squadre falliscono dopo una buona prestazione precedente, vuoi per approccio sbagliato o per incapacità di gestire la pressione del favorito (Tonga a novembre, per restare in tempi recenti). Ma questa volta il copione scritto è stato rispettato. Trovare competitività celtica non significa, almeno nel medio periodo, lottare per i playoff: significa essere sicuri di battere in casa le squadre alla portata e non concedere bonus facili alle big.
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