Rugby, effetto Rio 2016: in crescita e sempre più “rosa”

Ovalia conta oggi 8,5 milioni di giocatori e 300 milioni di fan nel mondo

Rugby Sevens Rio Olympic Games 2016 Emma Tonegato Australia

Ph. Reuters

Il Rugby mondiale è in crescita, con una “quota rosa” sempre più evidente, grazie anche alla visibilità olimpica. L’ottimo stato di salute è fotografato nel rapporto annuale presentato da World Rugby relativo al 2016, anno del ritorno della palla ovale alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (nella versione a sette).

 

«Non c’è dubbio che il 2016 sarà ricordato come un anno speciale -commenta Bill Beaumont, chairman di World Rugby- Merito, innanzitutto, dei Giochi Olimpici, dove i più forti campioni di Sevens del mondo hanno mostrato grandi abilità tecniche ed estrema passione, contribuendo in modo decisivo all’aumento di praticanti e di fan».

 

A oggi risultano essere complessivamente 8,5 milioni i giocatori a livello planetario, ben 800 mila in più rispetto al 2015: 88 mila gli italiani, in una classifica guidata da Inghilterra (2,1 milioni), Stati Uniti (1,5 milioni) e Australia (670 mila).
Gli appassionati in tutto il mondo hanno superato i 300 milioni, con un aumento vertiginoso di 50 milioni di nuovi “follower” solamente negli ultimi dodici mesi, grazie alla visibilità data dalla Coppa del Mondo 2015 e da Rio 2016.

L’ovale ha fatto breccia soprattutto tra le più giovani: secondo un’indagine Nielsen Sports, ad esempio, nel Regno Unito hanno guardato il rugby olimpico quattro ragazze su 10 nella fascia d’età 18-24 anni, e analoghe percentuali sono state registrate anche in Francia.
Particolarmente significativo, in generale, il dato relativo alla presenza femminile in Ovalia: le donne e ragazze che giocano sono oggi più di 2,2 milioni, con un incremento del 142% rispetto al 2012.

 

World Rugby -che ha festeggiato l’adesione delle Federazioni di Guatemala e Slovacchia, raggiungendo quota 121 nazioni affiliate- sottolinea in particolare l’ottima performance del Sevens anche al di fuori delle Olimpiadi, rimarcando il dato degli oltre 120 milioni di fans solamente sui social media per le World Series.

Positivi quindi i dati del programma mondiale “Get Into Rugby”, con quasi due milioni tra ragazzi e ragazze (che hanno rappresentato il 39% del totale) in 129 nazioni che lo scorso anno si sono avvicinati alla palla ovale, e ai suoi valori. A farla da padrone, in questo campo, il mondo asiatico, con più di 600 mila partecipanti, spinti anche dall’entusiasmo in vista della Coppa del Mondo 2019 in Giappone e dei giochi olimpici di Tokyo l’anno successivo. L’attenzione di World Rugby, dallo scorso anno, si è quindi concentrata anche sulla Cina, con obiettivi di assoluto rilievo per il futuro: dalla creazione di una lega professionistica, maschile e femminile, al coinvolgimento delle scuole per la promozione dello sport, inizialmente con la previsione di coinvolgere circa 10 mila studenti e l’ambizione di raggiungere un milione di nuovi giocatori entro cinque anni.

 

«Il rugby è oggi uno degli sport in maggiore crescita a livello mondiale, soprattutto in ambito femminile -conclude Beaumont- Anche il 2017 promette di essere un altro anno eccezionale sotto questo punto di vista, a partire dalla Coppa del Mondo femminile che si terrà in Irlanda ad agosto».

 

di Francesco Rasero

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