Benetton Treviso, a tutto Morisi: mollare non rientra nel mio carattere

Intervista al centro dei Leoni, che lavora per tornare in campo. “Voglio raggiungere obiettivi importanti. Ci proverò fino all’ultimo”

Luca Morisi

ph. Alfio Guarise

Serenità, forza di volontà, lavoro e prospettive future. Luca Morisi vuole tornare a calcare i campi da rugby superando gli infortuni che, in serie, lo hanno costretto ai box per lungo tempo. Il Benetton Treviso è per lui ormai una famiglia, Kieran Crowley un allenatore con idee e filosofia da seguire per arrivare ai vertici. A tutto ciò si aggiunge una squadra che potenziata dagli acquisti di mercato, la prossima stagione vorrebbe alzare il proprio livello di competitività.

 

 

La prima cosa che volevamo chiedere riguarda le tue condizioni di salute: come stai e a che punto sei del tuo recupero?

Il recupero sta andando bene. Non sto prendendo la situazione con calma, ma voglio fare le cose nella maniera corretta stando attento ad ogni dettaglio per tornare al meglio. Mi hanno già detto che i tempi saranno più lunghi rispetto al primo infortunio al ginocchio.

 

 

Di recente  è arrivato il rinnovo di contratto da parte del Benetton. Cosa significa per te questo gesto della società?

Immagino che possiate comprendere cosa voglia dire questo rinnovo per un ragazzo che è focalizzato sul rugby. Mi dà grande serenità e spazio per pensare a me stesso e al mio fisico, per riprendermi nel modo giusto e vivere l’ambiente stando ancora con amici che possono supportarmi. Questo aiuta a livello psicologico. Mi sento come in famiglia, anche perché sono lontano dai miei affetti che vivono a Milano.

 

 

Ecco, parlavi proprio dell’aspetto psicologico: dopo gli infortuni che hai avuto nel corso della tua carriera, come trovi ancora la forza di ricominciare?

Ho deciso di intraprendere questa via e mi dispiacerebbe lasciarla a metà. Se dovessi abbandonare adesso mi sentirei di aver lasciato qualcosa in sospeso e questo non rientra nel mio carattere. Mi sono intestardito e voglio raggiungere obiettivi importanti; quindi ci proverò fino all’ultimo.

 

 

In vista della prossima stagione, abbiamo visto una Benetton già molto attiva sul mercato. Cosa ne pensi e che squadra ti aspetti?

Gli ultimi nomi fatti, ed in particolare quello di Whetu Douglas, penso siano eccellenti acquisti. Penso che questi ragazzi verranno con voglia di fare e mettersi in mostra innalzando lo standard di gioco a Treviso. Sono ottimista.

 

 

L’anno prossimo sulla panchina del Benetton ci sarà nuovamente Kieran Crowley: con lui che rapporto hai?

Purtroppo ho avuto poche occasioni di conoscerlo, però posso dire di essermi trovato molto bene. La metodologia di allenamento, il suo pensiero, la filosofia di gioco. E’ un qualcosa che rispetto e ammiro. Nonostante abbia disputato poche partite, mi sono integrato bene.

 

 

Hai parlato di metodologia di allenamento, pensiero e filosofia di gioco. Quali sono le differenze tra uno staff coordinato da un allenatore straniero ed uno gruppo tecnico tutto italiano?

Dopo un primo periodo legato all’inserimento, sopratutto linguistico e culturale, posso dire che lo staff attuale sia molto legato ed in sintonia. Riescono a coadiuvarsi nel lavoro. Avere figure come queste può solo che giovare al rugby italiano, si mette nel bagaglio tanta esperienza apprendendo da un allenatore di grande livello internazionale. Spero che un giorno la mentalità e la filosofia trasmesse possano entrare a fare parte stabilmente del sistema di lavoro.

 

Di Michele Cassano

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