Stati Uniti sempre più vicini al torneo celtico. La Coppa regina verso la meritocrazia
I Board delle due competizioni potrebbero presto annunciare cambiamenti nei rispettivi format. Ecco le ultime novità.
Un Pro12 con una sola italiana?
Lo scenario futuro del torneo celtico potrebbe essere radicalmente diverso da quello che abbiamo sempre conosciuto dal nostro ingresso nella competizione. Detto del piano concreto di coinvolgere una o più formazioni con base negli Stati Uniti o in Canada e delle discussioni in corso tra Pro12 e federazione a stelle e strisce, l’inserimento di nuove squadre comporterebbe una revisione del format. E a farne le spese, scrivono All Rugby e Scotsman, potrebbe essere proprio l’Italia. Del resto, non è un segreto che la nostra partecipazione sia poco paragonabile a quella delle cugine celtiche: basta pensare a numero di spettatori, caos societari e questione diritti televisivi, che ogni anno tengono banco anche a torneo iniziato. Una squadra con base nordamericana garantirebbe maggiori introiti per i diritti televisivi, verosimilmente più spettatori (da quelle parti c’è fame di rugby e non è un segreto) e realtà con basi più solide. Se i diritti di trasmissione del Top 14 per il periodo 2019-2023 resteranno ancora a Canal+ in cambio di 97 milioni di euro a stagione nelle case della LNR (che ridistribuisce ai club), la cifra annua del Pro12 non dovrebbe superare i 15 milioni a stagione: ma un nuovo mercato (e che mercato), la alzerebbe e non di poco.
Lo Scotsman scrive inoltre che O’Shea avrebbe incontrato nelle scorse settimane i vertici di World Rugby e della federazione scozzese per rimarcare l’importanza della partecipazione italiana al Pro12 nell’ottica del nostro sviluppo. Con quante e quali franchigie, lo scopriremo più avanti. Alzare a 14 il numero delle squadre complessive è possibile solo dividendole in 2 Conference (come già avevamo scritto), ma se dovessero restare 12 con un’americana, per noi la partecipazione si dimezzerebbe.
Champions Cup: basta posti garantiti?
Il 12 maggio, scrive sempre All Rugby, l’EPCR voterà modifiche ai criteri di qualificazione alle Coppe Europee. Sul tavolo la discussa questione del posto garantito per ogni federazione coinvolta nel Pro12, che ha portato negli anni alla qualificazione di squadre italiane nonostante il piazzamento nella classifica celtica. In caso di voto favorevole, se i risultati non dovessero migliorare le nostre squadre finirebbero entrambe in Challenge Cup. Tenendo conto che la partecipazione alla coppa regina non genera chissà che guadagni in termini di ticket e sponsor, e considerando l’atavico problema della mancanza di abitudine alla vittoria, potrebbe anche non essere uno scenario così negativo. E pensando ad un girone con una francese e un’inglese che lottano per la salvezza, uno storico approdo ai quarti potrebbe essere possibile.
In cambio dei nuovo criteri di qualificazione, si legge, la FIR avrebbe chiesto di poter partecipare al Continental Shield (la terza coppa, per intenderci) con selezioni di giocatori provenienti dall’Eccellenza. La sensazione è che a breve si dovrebbero avere novità.
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