Viadana, Rovigo e Petrarca: comunicato congiunto sul caso-Paz

Sei domande a FIR sul protocollo, la richiesta di “previste sanzioni” e zelo (come per San Donà). Oggi la pronuncia

petrarca rovigo eccellenza rugby

ph. Tommaso Del Panta

Un comunicato congiunto, firmato dai Presidenti dei tre club, per “puntualizzare la comune posizione venutasi a creare a seguito del comunicato stampa diramato dalla Federazione Italiana Rugby”. Il riferimento è a quanto comunicato da FIR dopo l’episodio avvenuto nel corso della semifinale di andata tra Viadana e Calvisano con l’ormai famoso caso-Paz. E in particolare, all’ultima frase, in cui la Federazione ha scritto che l’applicazione del protocollo HIA “è avvenuta e avverrà in fase totalmente sperimentale, come strumento di formazione per future implementazioni, senza alcuna rilevanza sui risultati degli incontri”. Parole che mettono in relazione due aspetti del gioco – protocollo concussione e risultato finale – che tra loro non dovrebbero avere il minimo legame. Come sottolineano i tre club.

 

 

Desta infatti una decisa, giustificata e condivisa preoccupazione come una tale affermazione comporti da un lato la mancanza dell’imprescindibile principio della “certezza del diritto”, vale a dire la certezza del regolamento con cui le squadre scendono in campo sapendo di potersi giocare la propria partita in condizione di leale parità tra avversari, dall’altro  l’ennesima opportunità di dare del nostro movimento una lettura internazionale che ne ribadisca il peculiare rapporto con l’interpretazione e l’applicazione delle regole stesse, in un ondivago atteggiamento di rispetto e di tollerata violazione: le regole stabilite, siano esse sperimentali o definitive, in quanto vigenti debbono essere applicate senza alcuno spazio a sfumature o interpretazioni estemporanee, semplicemente applicandole con professionalità, rigore e rispetto, anche e soprattutto nell’eventuale durezza che ciò comporti nei meccanismi sanzionatori sanzioni che ne possano derivare.

 

Verso le due semifinali di ritorno, che si giocheranno sabato (a Calvisano) e domenica (a Padova), vengono sollevate sei domande. Decisive la numero 4 e 5, che di fatto dopo il precedente di Paz aprono la strada ad una libera interpretazione del protocollo.

 

 

  • Quali sono le regole che si debbono applicare nelle due gare di semifinale e nella finale?

 

  • Cosa va spiegato ai giocatori in merito al regime che più direttamente ha a che fare con la loro stessa incolumità fisica, vale a dire la concussion?

 

  • Cosa intende la Federazione quando afferma che le regole recepite seppur a titolo sperimentale secondo l’istanza degli organi internazionali non hanno “alcuna rilevanza sui risultati degli incontri”?

 

  • I protocolli HIA cui si fa riferimento debbono essere ritenuti vigenti o la loro violazione non avrebbe alcuna eventuale rilevanza, con ciò aprendo lo scenario ad una sorta di libera applicazione individuale del regolamento da parte di giocatori e staff tecnici coinvolti?

 

  • Vale ancora la regola generale secondo la quale chi esce dal campo per infortunio di norma non può rientrare, salvo che ciò non afferisca all’ambito dei protocolli sulla concussion?

 

  • Esiste un indirizzo preciso cui gli arbitri debbono attenersi o prevale una loro assoluta discrezionalità?

 

 

Il finale, con un riferimento – nostra interpretazione – al caso San Donà.

E’ dunque necessario ribadire che, per le società che abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare, quelle regole poste dalla stessa Federazione debbano essere rispettate in toto, derivandone le previste sanzioni in caso di illecito tecnico e sportivo nel momento in cui esse vengano violate o disattese, con il medesimo zelo ed il medesimo criterio applicativo cui si è peraltro recentemente assistito a fronte di formali violazioni di norme di certo meno rilevanti, ma che hanno comportato conseguenze estremamente significative per i soggetti coinvolti.

In estrema sintesi, si chiede certezza del diritto ed equanimità nella sua applicazione. Confidiamo in una rapida e definitiva risposta.

 

Intanto, è attesa per oggi la decisione della Corte Federale di Appello a cui Viadana si è rivolta dopo l’omologazione del Giudice Sportivo.

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