Anche quest’anno la tappa inglese va agli Highlanders. Assegnati i premi stagionali
Nella tappa inglese delle Sevens World Series maschili è ancora la Scozia a imporsi a Twickenham, bissando il successo già ottenuto lo scorso anno.
La finale tutta europea (una prima assoluta quest’anno), la gioca contro i padroni di casa, autori di un weekend ad altissimo ritmo. Il match si apre con le Red Roses in gran forma, sospinte dal pubblico amico, che all’8′ concretizzano con la meta del “solito” Norton che vale il 7-0 alla fine del primo tempo. Gli scozzesi, però, non ci stanno, e ancora una volta sfoderano una prova di grande orgoglio nella ripresa. Prima è Blake ad andare in meta, con Wight che la piazza e riequilibra il punteggio. Poi ci pensa Riddell a mettere a segno la meta del decisivo sorpasso, con inutile arrembaggio finale dell’Inghilterra, fino al 12-7 conclusivo.
Ancora una volta, così, il tempio del rugby inglese incorona campioni i Braveheart nell’appuntamento finale del più importante circuito di Sevens mondiale, che si chiude quest’anno con l’insolita vittoria della Scozia dopo un predominio (quasi assoluto) del Sudafrica.
Ma, come previsto vista la composizione delle Pool, le prime sorprese a Twickenham arrivano fin dal sabato.
Prima fra tutte, l’esclusione di Fiji dalla parte alta del tabellone, complici le sconfitte con Nuova Zelanda e Canada (rispettivamente prima e seconda del girone, con il capitano delle Maple Leafs John Moonlight che marca la sua centesima meta in carriera). Il k.o. dei campioni olimpici figiani, peraltro, dà con una giornata d’anticipo la certezza del secondo posto in classifica generale all’Inghilterra, che chiude invece a punteggio pieno davanti all’Australia. Gli Usa, dopo un’inaspettata sconfitta 12-28 con il Galles di Sam Cross e compagni, ribaltano la graduatoria di girone battendo il Sudafrica e si classificano così in prima posizione davanti proprio ai Blitzboks. Argentina e Scozia conquistano infine l’accesso ai Quarti ai danni della Francia per differenza mete, chiudendo tutte a pari punti.
La fase a eliminazione diretta della domenica mattina -dopo una chiara affermazione degli Stati Uniti sui Wallabies in una partita a senso unico con Perry Baker sugli scudi- si accende con l’epica sfida tra gli All Blacks e la Scozia. Primo tempo tutto neozelandese, con squadre a riposo sul parziale di 21-0. Quindi l’incredibile rimonta degli Highlanders: 21-24 il finale, conquistato con una meta di Farndale, trasformata da Wight, nel final play. Per gli scozzesi è la prima vittoria sulla Nuova Zelanda nella storia delle Series, dopo 24 sconfitte.
Altra sfida di assoluto livello, già ai Quarti, è quella che mette di fronte le due “prime della classe”, Sudafrica e Inghilterra. I padroni di casa si portano in vantaggio per primi, ma i Boks dimostrano di non aver ancora la pancia piena -nonostante il titolo già matematicamente conquistato- e in pochi minuti ribaltano il risultato. Un (severo) giallo a Kok riapre il match e le Red Roses pareggiano, senza però riuscire a dare la zampata definitiva. Tutto si gioca a tempo scaduto, di nuovo sette contro sette in campo: l’Inghilterra sfrutta al meglio il possesso palla dopo una mischia e dopo oltre un minuto va in meta con un tuffo di Dan Norton, ancora una volta decisivo.
La quarta sfida della mattina vede infine di fronte Canada e Argentina, con i nordamericani nettamente superiori sul piano tecnico di squadra e individuale: 28-7 il finale.
Nelle semifinali, la Scozia ha la meglio (21-14) sugli Stati Uniti nel final play del match, al termine di una sfida molto equilibrata (7-7 all’half time) tra due dei migliori team del weekend. L’Inghilterra domina il Canada, andando in meta dopo 2’ e rimanendo in vantaggio fino alla fine del match, chiuso con un largo 24-5.
La “finalina” per il terzo posto vede trionfare il Canada, ancora una volta vittorioso sugli States. Maple Leafs in vantaggio con Fuailefau, quindi pareggio delle Eagles con Unufe e sorpasso firmato ancora una volta Baker. Nella ripresa, però, la musica cambia nonostante un Hirayama insolitamente poco preciso dalla piazzola: Jones accorcia le distanze, Mullins segna la meta del sorpasso e proprio Hirayama allunga sul 22-14; inutile la terza meta a stelle e strisce, per il 22-19 finale.
Nella sfida per il Challenge Trophy, si impone Fiji, che supera 26-14 il Galles, nella sfida tra le due squadre migliori di giornata nella parte bassa del tabellone.
La classifica finale certifica innanzitutto il dominio del Sudafrica, che al netto delle 10 tappe fa registrare 192 punti e un netto +28 sul team runner-up, l’Inghilterra: per le Red Roses si tratta comunque del miglior risultato di decennio. I detentori uscenti delle Series, Fiji, grazie anche all’opaco weekend londinese degli All Blacks, chiudono al terzo posto, nonostante l’evidente flessione negli ultimi appuntamenti stagionali. Nuova Zelanda quarta, peggior risultato dal 2009 e “tutti neri” fuori dal podio generale per la terza volta su 18 anni di Series. Gli Stati Uniti si piazzano quinti, loro prestazione “top” di sempre, a testimonianza di una Nazionale in rapida ed evidente crescita. Sesta l’Australia, seppur incalzata nella parte finale della stagione da un’arrembante Scozia che termina settima a sole quattro lunghezze di distanza.
L’appuntamento di Twickenham ha rappresentato anche l’addio al Giappone dal novero dei 15 “core teams”: il prossimo anno sarà sostituito dalla Spagna.
Nulla c’era invece più da decidere in ottica qualificazioni per i Mondali 2018 a San Francisco. Quattro le wildcard attribuite tramite le Series di quest’anno, sulla base del piazzamento in graduatoria generale, e già da tempo nelle mani di Scozia, Canada e Argentina più Samoa che se l’è messa in tasca la settimana scorsa a Parigi. Nove i team automaticamente qualificati: gli Stati Uniti come nazione ospitante; Nuova Zelanda, Inghilterra, Fiji, Kenya, Sudafrica, Galles, Australia e Francia di diritto in quanto partecipanti ai quarti di finale a Mosca 2013.
Restano undici posti ancora da assegnare, attraverso competizioni continentali che si giocheranno da giugno fino al prossimo aprile: due squadre ciascuna verranno da Europa, Asia, Africa, Sud America e Oceania; una dal Nord America.
A Twickenham sono stati assegnati anche i premi stagionali per le Sevens World Series 2016-2017. Questi i vincitori.
Rookie of the Year: Matias Osadczuk (Argentina)
Fair Play Award (assegnato dagli arbitri): Sudafrica
Dhl Impact Player Award: Sam Cross (Galles)
Tag Heuer “Dont Crack Under Pressure” Award: Tom Mitchell (in Inghilterra-Scozia a Dubai)
Scelto anche il HSBC Dream Team dell’anno: ne fanno parte gli statunitensi Perry Baker e Danny Barrett, i figiani Jerry Tuwai e Kalione Nasoko, i sudafricani Rosko Specman e Chris Dry e l’inglese Dan Norton.
Quarti di finale
Stati Uniti v Australia: 31-14
Scozia v Nuova Zelanda: 24-21
Inghilterra v Sudafrica 17-12
Canada v Argentina: 28-7
Semifinali
Scozia v Stati Uniti: 21-14
Inghilterra v Canada 24-5
Finali
Challenge – Fiji v Galles: 26-14
Bronzo – Canada v Stati Uniti: 22-19
Oro – Scozia v Inghilterra: 12-7
Classifica finale: Sudafrica 192, Inghilterra 164, Fiji 150, Nuova Zelanda 137, Stati Uniti 129, Australia 113, Scozia 109, Canada 98, Argentina 90, Galles 73, Francia 66, Kenya 63, Samoa 51, Russia 29, Giappone 20.
di Francesco Rasero
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