Lavagna tattica dedicata alle alternative di Gatland dopo il forfait di Vunipola
Come ormai tutti sanno, Billy Vunipola ha annunciato che non parteciperà al tour dei Lions che incomincerà fra meno di due settimane. Il terza centro inglese, quotato come uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, è costretto a dare forfait a causa di un infortunio a una spalla, già acciaccata da mesi, aggravatasi poi nella semifinale di Premiership persa dai Saracens contro gli Exeter Chiefs.
Un brutto colpo per i British and Irish Lions, che al posto di Vunipola hanno selezionato l’esperto James Haskell per aggregarsi alla selezione.
Il ruolo di Vunipola e le 3 alternative
Il ritiro dalla selezione del terza centro inglese è sicuramente una brutta notizia per Warren Gatland, ma quanto impatto avrà concretamente sul gioco e sul livello complessivo della formazione in maglia rossa?
I media ovali e i fans si sono divisi fra chi si è abbandonato all’isteria da disastro totale, annunciando la sicura disfatta dei Lions e chi, come Sean Fitzpatrick e il Telegraph, riconosce la gravità della perdita ma vede ancora tante frecce nella faretra di Gatland per comporre una terza linea temibile.
Le alternative a Vunipola sono tre: il più quotato sembra essere Taulupe Faletau. Il gallese viene da una stagione tormentata dagli infortuni, ma proprio per questo sembra aver conservato una freschezza superiore ad altri giocatori e le sue ultime belle prestazioni per Bath lo danno come vicino alla forma migliore, quella che lo ha messo sui radar del rugby mondiale.
Più usurato dalla stagione del suo Munster, eppure con quotazioni drasticamente in crescita proprio per la speciale annata dalla quale proviene, CJ Stander è l’altro concorrente al ruolo. Il terza linea della nazionale irlandese potrebbe essere schierato sia alla base della mischia che come flanker dal lato chiuso, dove ha giocato gran parte del Sei Nazioni.
Infine, un gradino più sotto c’è il terza linea di Gloucester e della nazionale gallese Ross Moriarty, anch’egli alternativa valida sia a numero sei che a numero otto. Moriarty darà probabilmente tregua ai suoi due compagni nel fitto calendario di Giugno dei Lions.
Billy: la potenza a servizio del piano di gioco
L’importanza di Vunipola, rispetto ai tre giocatori in lizza per prendere il suo posto, risiede principalmente nella sua completezza e nella sua capacità di essere il centro focale del sistema d’attacco di una squadra.
Date le proporzioni fisiche di Vunipola, è chiaro che la sua abilità principale è quella di essere il primo ball carrier della squadra. Le gambe di dimensioni impressionanti e il baricentro basso rendono molto duro metterlo a terra, ma mentre questo è un tratto comune anche agli altri candidati – in particolare a Stander, abbonato agli autoscontri – Vunipola ne fa solo il punto di partenza sul quale costruire le proprie peculiarità sul campo.
Unita infatti alla propensione al gioco fisico c’è l’abilità di utilizzare il pallone, di cui è un ottimo trattatore, prima o dopo il contatto. Nel primo caso attira la difesa, spaventata dalla sua pericolosità in penetrazione, per liberare un compagno vicino o far giocare la linea arretrata con un passaggio profondo (vedi video qui sotto) nel secondo sfrutta la propria esuberanza per liberare le braccia e servire i compagni, accelerando il gioco in verticale.
La sua sola presenza basta a catalizzare il lavoro della difesa avversaria, che si stringe automaticamente intorno a lui quando Vunipola si presenta sulla linea di passaggio di un compagno, lasciando quindi spazi più larghi da esplorare al suo esterno.
Nello schema offensivo che era previsto per questa versione dei Lions, il classe ’92 nato a Sidney rappresentava quindi il fulcro del gioco offensivo, al quale si abbina l’esplosività degli impatti difensivi e l’inamovibilità quando le mani vanno in caccia del pallone al breakdown.
Loop giocato con Vunipola che finta di entrare fissando la difesa
Faletau: opzione in più in touche ma meno sul campo
Fra coloro deputati a sbrogliare la questione numero 8 per Gatland il più simile alle capacità di Vunipola è il suo amico d’infanzia Toby Faletau. Cresciuti insieme dalle parti di Pontypool, i due non condividono soltanto le ascendenze isolane. Faletau è una terza linea rapida ma allo stesso tempo di grande impatto fisico, sia in attacco che in difesa. La potenza di Faletau si combina con un ampio raggio d’azione, in grado di coprire anche porzioni di campo più vaste rispetto a Vunipola, ma senza la stessa abilità manuale.
Faletau è una risorsa in più in rimessa laterale, essendo un saltatore credibile come terza alternativa in una touche, cosa che Vunipola non sarebbe potuto essere, costringendo Gatland ad inserire giocoforza una terza linea in grado di dire la sua in rimessa laterale (vedi alla voce O’Mahony).
CJ Stander: placcaggi e autoscontri
Escludiamo Ross Moriarty, che dei tre è chiaramente il meno papabile per la maglia numero 8 in uno dei tre Test, e che è del lotto il giocatore più monodimensionale: solido, presente, ma anche dotato di un talento inferiore. Rimane forte la candidatura di CJ Stander, giocatore ruvido e dalla presenza fisica stellare, nel senso delle stelle che vedono gli avversari dopo aver provato ad arrestarne l’avanzamento. Il ragazzo sudafricano trapiantato a Limerick rappresenta una minaccia piuttosto terrificante quando può lavorare dalla base di una mischia stabile e muscolare come quella che sta provando a preparare Graham Rowntree. In difesa è difficile sfuggire ai suoi placcaggi devastanti e rappresenta anche una costante insidia al mantenimento del possesso di palla per gli avversari.
Sono ancora negli occhi di tutti le prestazioni di Stander al Sei Nazioni 2017, con le sue cariche logoranti scandite dai passaggi di Murray. Ha chiuso il torno con il maggior numero di carries, 103, per un totale di 234 metri guadagnati in avanzamento. Fa una media di oltre 20 a partita.
Stander potrebbe con ogni probabilità guadagnarsi in ogni caso una maglia da titolare, ma in questo momento è in pole position per il ruolo di terza ala piuttosto che per quello di numero otto. D’altronde una terza linea che annovera Faletau, Stander e il capitano Warburton ha una flessibilità notevole, risultando pericolosa in tutte le situazioni di gioco e dando alla squadra quel punch che è prevedibile Gatland voglia dare ai Lions, nel tentativo di portare la sfida su un terreno più muscolare che tecnico, dove è più facile sfidare lo strapotere neozelandese.
Quello che è sicuro è che, alla vigilia di un tour già di per sé infinitamente duro e complesso, un Billy Vunipola in meno è una ferita sanguinante ancor più per il morale che dal punto di vista tecnico. La convocazione di un giocatore esperto come James Haskell sembra proprio quel tipo di decisione presa per aggiungere carisma, coesione e carattere all’interno dello spogliatoio. E chissà che togliere una certezza a Gatland non sia anche il modo per vederlo provare qualcosa di nuovo.
di Lorenzo Calamai
Ovale Internazionale
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