A Langford superate in finale le padrone di casa canadesi. Classifica già spaccata
Si tinge sempre più di “tutto nero” il medagliere delle Women’s Sevens World Series, con la Nuova Zelanda vincitrice anche a Langford, in Canada, centrando il proprio quarto oro su cinque tornei finora disputati. E si prepara a essere incoronata “regina” nell’ultima tappa di stagione, in programma in Francia tra meno di un mese.
La finale in terra canadese è la replica di quanto visto in Giappone, con le padrone di casa che, nonostante il sostegno di circa quattromila persone sugli spalti, devono piegarsi comunque alla superiorità fisica e tecnica delle Black Ferns.
Due mete neozelandesi nei primi minuti di gioco danno fin da subito una chiara impronta al match: apre le marcature Michaela Blyde (anche questo weekend risultata la miglior realizzatrice assoluta con nove mete), seguita a breve distanza da Tyla Nathan-Wong.
Prima dell’intervallo il Canada prova a riaprire la partita, grazie a una meta della veloce Julia Greenshields: si va a riposo sul 12-7.
Nella ripresa è ancora il Canada a cercare inutilmente l’assalto alla capolista, ma la Nuova Zelanda riesce a tenere sotto controllo la palla, con una prestazione eccellente di Rubi Tui e Niall Williams.
Nel final play arriva addirittura la terza meta per le Black Ferns, ad opera di Alena Saili, per il 17-7 finale.
Neozelandesi che dimostrano così di non patire neppure la mancanza di tre delle migliori giocatrici -la campionessa indiscussa Portia Woodman, il capitano Sarah Goss e l’ottima Kelly Brazier- rimaste a casa per preparare le International Rugby Women’s Series a XV di giugno.
Proprio a loro va la prima dedica da parte di Tui, nominata Player of the Final: “Sapevo che ci stavano seguendo e sono contenta di averle rese felici, insieme a tutta la Nuova Zelanda, con questa vittoria. Un plauso particolare, però, va anche al Canada e al suo pubblico, che ha dato un grande sostegno non solo alla squadra di casa ma a tutto il rugby”.
Bronzo ancora una volta all’Australia, vincitrice della finalina contro la Francia (26-12), con Staples, Cherry e Dalton sugli scudi. Francesi che si consolano, comunque, con il loro miglior risultato di stagione che consente di allungare in classifica sull’Inghilterra nella corsa verso l’ultimo posto disponibile per la qualificazione alla Coppa del Mondo di San Francisco 2018.
Quinta la Russia, che supera 26-21 gli Stati Uniti al termine di una bella gara, inizialmente dominata dalle nordamericane, quindi in equilibrio per gran parte della ripresa e decisa da una meta di Zdrokova nel final play.
Da segnalare anche il settimo posto dell’Irlanda, che per la prima volta assoluta nelle Series si impone sull’Inghilterra (14-10), e la vittoria di Fiji nella finale per il Challenge Trophy, dopo un sabato da dimenticare, grazie anche a due mete eccezionali di Miriama Naiobasali.
Nel Dream Team del weekend figurano quattro canadesi (Bianca Farella, Ghislaine Landry, Brittany Benn e Charity Williams), due neozelandesi (Michaela Blyde e Ruby Tui) e Sharni Williams, rientrata alla guida dell’Australia proprio a Langford.
La classifica -a un solo round dal termine- evidenzia il dominio stagionale delle Black Ferns, ormai imprendibili con 96 punti. In seconda posizione il Canada raggiunge le Wallabies campionesse olimpiche a quota 82. Quarta la Russia, che scavalca Fiji; quindi, a breve distanza, Usa e Francia.
L’ultima tappa del circuito 2016-2017 è in programma il 24 e 25 giugno in Francia, a Clermont Ferrand.
Gironi:
Pool A: Nuova Zelanda 9, Stati Uniti 7, Inghilterra 5, Olanda 3
Pool B: Canada 9, Francia 7, Russia 5, Brasile 3
Pool C: Australia 8, Irlanda 7, Spagna 5, Fiji 4
Quarti di finale:
Canada v Inghilterra 33-5
Australia v Stati Uniti 22-10
Francia v Irlanda 19-5
Nuova Zelanda v Russia 24-0
Semifinali:
Canada v Australia 17-10
Nuova Zelanda v Francia 28-5
Finali:
Challenge – Fiji v Spagna 31-7
Bronzo – Australia v Francia: 26-12
Oro – Nuova Zelanda v Canada: 17-7
Classifica: Nuova Zelanda 96, Canada 82, Australia 82, Russia 58, Fiji 54, Stati Uniti 52, Francia 46.
di Francesco Rasero
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