12 mesi alla deriva: quando una franchigia pro è gestita come un club amatoriale

Il punto sulla situazione Zebre. Tra possibili addii, incertezze professionali e fallimenti del gruppo privato

zebre rugby pro12

ph. Sebastiano Pessina

Tre Presidenti in due stagioni, per poi tornare federali. L’avventura privata delle Zebre si è chiusa ufficialmente il 21 giugno 2017 con un comunicato stampa della FIR che ha confermato quanto era nell’aria già da settimane: “La Federazione Italiana Rugby intende precisare che la costituzione di una nuova Società, che conserverà il nome Zebre, è già stata deliberata dal Consiglio Federale e verrà formalizzata nei prossimi giorni. La nuova Società sarà interamente partecipata dalla Federazione stessa con l’obiettivo di rispettare gli accordi vigenti e garantire la partecipazione di due squadre italiane al Guinness PRO12 sino al 2020”.

Due stagioni profondamente diverse nei risultati e nello svolgimento. La prima, con cinque vittorie in Pro12 e tre in Challenge Cup; la seconda, con appena tre successi celtici e nessuno nella ben più impegnativa Champion Cup. 24 mesi di cui gli ultimi particolarmente turbolenti, tra cambi di allenatore, ritardi nei pagamenti e la sensazione che, settimana dopo settimana, la barca stesse andando sempre più alla deriva fino all’approdo sulla sicura spiaggia federale (va ricordato che di fatto il supporto della FIR è sempre stato vitale per le casse bianconere, tanto più nell’ultimo travagliato anno di gestione privata).

 

 

Investitori e tifosi: le gravi mancanze

Dove il gruppo di privati non è davvero riuscito è proprio nella capacità di portare investitori al club e tifosi allo stadio. Vero che la città ducale sportivamente parlando ne ha viste di ogni (e non solo per quanto riguarda il rugby), ma le premesse erano ben diverse.

“Nel consiglio abbiamo idee chiare frutto delle nostre esperienze in campo manageriale e sportivo […] La struttura di marketing è vitale, siamo pronti a valutare ogni tipo d’iniziativa che tenda a radicarci sul territorio dialogando anche con l’amministrazione comunale e con gli altri sport di Parma”, le parole pronunciate il 3 agosto 2015 alla presentazione del nuovo CdA privato.

 

Tre anni prima ancora, nel marzo 2012, era stato l’allora Amministratore Delegato degli Aironi Stefano Cantoni (deus ex machina dell’iniziativa privata delle Zebre) ad esprimersi così, intervistato da SponsorNet. “Ci stiamo muovendo affinché l’intero territorio del nord-ovest italiano partecipi a questa sfida, coinvolgendo le società che hanno i nostri stessi obiettivi sia tecnici che commerciali”. Come poi sia finita quell’esperienza, che si è svolta una manciata di chilometri a nord della Cittadella, lo sappiamo. E più volte la sensazione è stata di trovarsi di fronte non solo ad un film già visto, ma interpretato pure dagli stessi attori.

 

Ora starà alla Federazione l’arduo compito di riportare credibilità in una realtà che rappresenta assieme a Treviso il vertice del movimento italiano, ma che nell’ultimo periodo è stata gestita alla stregua di un qualunque club amatoriale/dilettantistico, per giunta nemmeno virtuoso. Dovrà farlo a partire dalla nomina di una figura forte di controllo, che riprenda in mano il timone sterzando con forza in direzione di un professionismo non più derogabile.

 

 

Verso la nuova stagione con diverse incognite

Per quanto riguarda la rosa della squadra, manca solo l’ufficialità per quanto riguarda gli arrivi Minozzi, Giammarioli, Luus e Azzolini, che ovviamente non saranno gli unici rinforzi viste le partenze di Dion Berryman, Carlo Engelbrecht, Lloyd Greeff, Bruno Postiglioni, Guillermo Roan, Federico Ruzza, Sidney Tobias e Kayle Van Zyl (Furno è stato annunciato ufficialmente in partenza ma in questi giorni ancora si allena alla Cittadella, in attesa di capire se servirà o meno in seconda/terza linea).

 

Per quanto riguarda Edoardo Padovani, nei giorni scorsi la stampa francese aveva scritto di un interessamento da parte di Tolone, smentito dalla Federazione che aveva parlato di “speculazioni giornalistiche circa l’ingaggio da parte di Società estere di atleti con contratti in corso con Zebre Rugby […] prive di qualunque fondamento”. Il contatto sembra però esserci stato, tanto che dalla Francia filtra una possibile deadline fissata dai vertici dell’RCT (3 luglio) entro cui concludere l’operazione. E nei giorni scorsi il patron Boudjellal ha anticipato a RmcSport l’arrivo di tre nuovi giocatori, “due di classe mondiale e uno che non è lontano da esserlo” (uno di questi dovrebbe essere Malakai Fekitoa, e lo mettiamo nel gruppo dei due di classe mondiale).

 

Ma partenza o meno di Padovani, almeno un altro nome pesante – tutt’ora sotto contratto – si starebbe guardando intorno con decisione per la prossima stagione e si tratta dell’estremo neozelandese Kurt Baker, che avrebbe tutta l’intenzione di abbandonare. Come funziona in questi casi? Il club potrebbe ricevere un indennizzo, oppure potrebbe anche verificarsi il caso di recesso ante tempus legittimato da giusta causa (violazione degli obblighi contrattuali reciprocamente assunti, come in caso di morosità o precedenti inadempienze nei confronti dell’atleta). Ipotesi quest’ultima prevista dal diritto sportivo, ma non per questo automaticamente valida e percorribile anche nel caso specifico qui trattato.

Oltre ai giocatori ci sono poi tutte le altre figure che permettono la vita quotidiana della franchigia. Posto che lo staff tecnico sarà composto da Bradley con Orlandi, Troncon e De Marigny, alcuni membri dell’organigramma societario sono in scadenza di contratto al 30 giugno e ancora non è stato comunicato loro nulla sul futuro professionale che li attende.

 

 

All’inizio del Pro12 mancano una decina di settimane. Poi i giocatori delle Zebre dovranno vedersela con squadre che da tempo hanno definito rosa, staff tecnico e calendario di preparazione della nuova stagione. Rispetto allo scorso anno c’è però una differenza: Conor O’Shea ha avuto a disposizione 12 mesi per conoscere e toccare con mano i mali dell’Alto Livello italiano. La speranza è che, dove molti hanno fatto finta di nulla o girato la testa, qualcuno alzi le voce per cambiare veramente pagina.

di Roberto Avesani

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