Ed Jackson: il giorno che mi ha cambiato la vita

L’ex terza linea dei Dragons parla del grave incidente dello scorso aprile: voglio tornare a camminare

ed jackson

ph. Reuters

Per Ed Jackson la vita è cambiata lo scorso 8 aprile. Il 28enne inglese, in quel momento giocatore dei Dragons e con un passato a Bath e Wasps, si trovava proprio a Bath per un barbecue con la sua famiglia quando decise di fare un tuffo in una piscina. “Era profonda soltanto quattro piedi, pensavo fosse almeno dieci. Mi ricordo di aver pensato ‘Che male’ e di non riuscire a rialzarmi”. Quell’incidente così bizzarro, definito dallo stesso Jackson ‘freak’, è costato all’ormai ex terza linea la frattura di due vertebre (C6 e C7), la rottura dell’adiacente disco intervertebrale e il parziale schiacciamento del midollo spinale. Ora, dopo tredici settimane di estenuante riabilitazione dall’operazione in tre ospedali, Jackson è tornato a casa e ha raccontato a BBC Wales Sport quello che di fatto è stato l’inizio del suo nuovo percorso.

 

I dottori, inizialmente, non avevano escluso la possibilità che Jackson non potesse tornare muoversi. Eppure, nonostante sia ovviamente ancora su una sedia a rotelle e l’automatica fine della carriera da rugbista, per l’inglese sembra esserci ancora qualche speranza considerando i progressi compiuti nei movimenti delle braccia e delle gambe. Anche perché, subito dopo l’impatto con la piscina, Jackson riusciva a muovere soltanto gli occhi e la bocca.

 

“Quando ho percepito per la prima volta un segnale dal cervello al piede è stato un momento molto forte, perché c’era qualcosa su cui lavorare – ha detto Ed Jackson – Nelle ultime otto settimane ci sono state piccole vittorie come queste, che sono più grandi di qualunque altro titolo. Ho vissuto momenti incredibili, con tante lacrime di gioia”.

 

La difficile situazione, in ogni caso, non sembra aver minimamente colpito nel segno Jackson, determinato più che mai ad andare oltre la linea del vantaggio come fatto tante volte nel corso della sua carriera da ball carrier; una linea del vantaggio rappresentata idealmente dalla riconquista delle capacità motorie. “Le mie braccia hanno buoni movimenti. La mia mano ha cominciato a muoversi tre settimane fa ma non ha ancora forza. La mia gamba destra è buona – spiega l’ex giocatore – Nella mia gamba sinistra ho forza per spingere e posso distenderla, ma non ho forza nella mia caviglia. […] Le cose migliorano – dice il britannico – ma lentamente. I cambiamenti sono settimanali più che giornalieri […] Il mio obiettivo è di tornare sano e di poter fare quello che voglio”.

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