Dall’impresa sfiorata alla serie impattata: All Blacks-Lions, 1 a 1 e palla al centro

Hansen si congratula con gli avversari (e dà una lezione di professionismo sul rosso), Warburton: fiducia nel nostro gioco

Maro Itoje british & irish lions rugby

ph. Reuters

1 a 1 e palla al centro. Dopo la vittoria nel primo Test, la Nuova Zelanda è costretta ad arrendersi ai British & Irish Lions che espugnano Wellington con il punteggio di 24-21 e impattano la serie. Tutto si deciderà sabato prossimo, di nuovo all’Eden Park di Auckland. Una partita strana quella del Westpac Stadium, o comunque meno spettacolare rispetto ai primi 80 minuti e condizionata dal cartellino rosso a Sonny Bill Williams.

 

 

All Blacks: impresa leggendaria sfiorata

Da parte All Blacks, sono diverse le statistiche “anomale”, a cui la perfezione della macchina tutta nera non ci ha abituato. Oltre al cartellino rosso di Sonny Bill Williams, che salterà la prossima decisiva sfida costringendo Hansen a ridisegnare la cerniera 10-12, pesano nell’economica della partita gli errori dalla piazzola di Barrett (70% di successo a gioco fermo per lui) e i 12 placcaggi sbagliati (84%) su 64 riusciti. Per il resto il confronto ancora una volta è stato dominato dai padroni di casa per quanto riguarda possesso (61%) e territorio (58%), ma questa volta i numeri non sono stati convertiti in marcature pesanti.

Nonostante il possesso, i kiwi non sono riusciti a far breccia in una difesa che ha sbagliato appena 10 placcaggi e placcato col 92% di successo. Il dato sui difensori battuti (10), ma soprattutto quello su offload (4) e break profondi (1) testimonia la difficoltà di creare occasioni per marcare in modo pesante. Vincere una partita di questo livello in 14 uomini sarebbe stata un’impresa titanica, e i tutti neri per poco non ci sono andati vicini. Come riconosce Steve Hansen a fine match.

“Ho sempre detto che siamo una squadra molto buona – ha dichiarato l’head coach All Blacks nel dopo gara – ma perdere un giocatore non ci ha certo aiutati”. “Sono fiero per come la squadra ha lottato con l’uomo in meno, ma devo dire ben fatto ai Lions. La chiamata dell’arbitro (sul rosso a Sonny Bill Williams, ndr) è stata irrilevante. Devi fare i conti con ciò che decide. E non devi chiederti se la chiamata era giusta, devi chiederti come hai giocato da quel momento in poi. I Lions hanno meritato la vittoria”.

 

 

 Lions: le scommesse vinte da Gatland

Dall’altra parte non può esserci piena soddisfazione da parte di Warren Gatland. Vero che i Lions hanno raggiunto l’obiettivo di giornata – la vittoria per livellare la serie – ma con un uomo in più per così tanti minuti di gioco era lecito aspettarsi che non sarebbe stato un calcio a quattro dal termine a risolvere la contesa. Anche perché la sensazione è che solo nell’ultimo quarto la selezione in maglia rossa sia riuscita a legittimare la superiorità numerica al largo, dopo l’enorme lavoro della difesa All Blacks abile e veloce nel ripiazzarsi. Prima di allora a farla da padrone era stata una certa frenesia e imprecisione nell’esecuzione, come se il rosso a SBW avesse inconsciamente rallentato Warburton e compagni, apparsi fino a quel momento più convinti e determinati sul breakdown.

Le scelte di Gatland alla lunga hanno comunque pagato: bene la cerniera Sexton-Farrell nella distribuzione e buona partita di Itoje (14 placcaggi, 9 palle portate avanti da carrier, 12 metri guadagnati).

“Abbiamo fatto metà del lavoro – ha dichiarato a fine gara capitan Warburton – Ma dobbiamo vincere la serie e portarla a casa. C’è ancora tantissimo lavoro da fare, soprattutto sulla disciplina e i calci concessi”. “Quella meta al largo di Faletau, che ci ha riportati in partita, dimostra che vogliamo giocare; che abbiamo la confidenza e il coraggio di prendere quei rischi”.

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