I Wallabies prepareranno l’esordio nel Rugby Championship 2017 in una delle regioni meno ovali (perlomeno per il 15)
Il rugby union, in Australia, è meno in salute di quanto si possa pensare. I dati pubblicati da Business Insider nello scorso marzo sul numero di praticanti del XV parlavano chiaro: dal 2011 al 2016 c’è stato un crollo del 63%, che hanno reso lo sport ovale soltanto il 26esimo più diffuso nel Paese. La Federazione è stata spesso attaccata dai media locali e dagli appassionati per la poco oculata gestione degli ultimi anni sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista politico, che ha prodotto come uno dei risultati un progressivo allontanamento della base dall’Union, specie in alcuni Stati della nazione come il New South Wales.
La regione più popolosa d’Australia, infatti, è anche una delle regioni in cui il rugby union ha attecchito meno negli anni, ed è da leggere in questa ottica la decisione dei Wallabies di organizzare dei raduni proprio nelle zone meno aperte al XV del territorio, in vista dell’esordio nel Rugby Championship contro gli All Blacks previsto per il 19 agosto a Sydney. La squadra di Micahel Cheika comincerà il suo tour a Newcastle (seconda città più grande della regione), per poi spostarsi a Cessnock e dunque a Penrith, roccaforte del rugby league. “Sono già stato lì qualche volta – ha dichiarato il coach dei Wallabies, Cheika – Grandi strutture, ottime persone e una grande opportunità per noi di condividere questi momenti con la regione, mentre ci prepariamo per la madre di tutte le partite a Sydney. Sarà una grande settimana”.
Cheika, naturalmente, non nasconde nemmeno le difficoltà per il rugby union nel prendere piedi nel New South Wales: “Non è un secreto che il rugby non abbia forti radici a ovest di Sydney – ha continuato – E’ strano, perché abbiamo diversi giocatori nati e cresciuti in quell’area. Vogliamo cambiare le cose, portando la maglia Wallaby lì per le persone, per far vedere un po’ chi siamo”.
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