Sei Nazioni, Championship e Cina. Il Vice Presidente di World Rugby non conosce limiti
Che Agustín Pichot non abbia mai nascosto il desiderio di abbattere i confini di Ovalia, è cosa nota sin dal suo insediamento come Vice Presidente di World Rugby. Del resto, per lui che ha visto la sua Argentina essere ammessa prima al Championship e poi al Super Rugby, le barriere non sono mai state un problema. Anzi.
“Mi piacerebbe davvero che il Sei Nazioni si aprisse alla Georgia, che la SANZAAR aprisse le porte al Giappone (per il Championship, ndr) e che l’Americas Championship prendesse in considerazione paesi come il Messico. Queste cose mi danno motivazione, come anche far crescere il rugby femminile e far sviluppare il gioco in Cina“, si legge in un’intervista al Daily Telegraph. Questione non di politica, ma di approccio al ruolo: “Indosso questa divisa non per andare nei vip box, ma per far sì che le squadre Tier 2 crescano. E se in tre anni non raggiungeremo i risultati, tornerò a lavorare con il mio club in Argentina”.
Per il mediano di mischia 71 caps coi Pumas, non esiste la parola impossibile. “Mi piace quando le persone dicono che non puoi fare certe cose. Come quando mi dicevano che l’Argentina non avrebbe fatto le semifinali al Mondiale. Dobbiamo cambiare le cose non per motivi politici, ma perché sono sbagliate. Come i tre soli anni di residenza per l’eleggibilità (diventeranno 5, ndr)”.
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