E sul caso Padovani: non diamo nulla osta a chi ha un contratto valido
Annunciato in via ufficiale il lancio a partire dalla stagione 2017/18 del Pro14 allargato alle squadre sudafricane, una domanda sorge spontanea: ma il Board del torneo avrebbe davvero pensato ad una simile rivoluzione senza la garanzia che le due italiane proseguano l’avventura celtica oltre il 2020, anno in cui scade il contratto tra FIR e Celtic League? Vero che la alternative potrebbero non mancare – una statunitense al posto di un’italiana, per esempio – ma sulla stampa veneta (Nuova Venezia, Mattino e Tribuna) si leggono alcune dichiarazioni del Presidente Gavazzi che vanno in una direzione sicura. “Un accordo strategico a lungo termine è stato raggiunto per garantire la partecipazione delle due squadre”, ha detto il numero uno del rugby azzurro. Tradotto, dopo il 2020 “verrà fatto un altro accordo per 6/8 anni in cui l’Italia ci sarà. E forse allora il torneo si allargherà ancora, magari a 16”.
Il Presidente ha ribadito anche la posizione FIR sulla questione Padovani, che non può scendere in campo con Tolone causa non concessione della clearance. “Ho scritto alle federazioni francese e sudafricana che l’Italia non dà nulla osta a giocatori con contratto valido con propri club”. Significa che qualche squadra sudafricana, magari coinvolta nel nuovo Pro14, ha bussato alla porta della Cittadella per sondare qualche giocatore delle Zebre?
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