I pensieri e le riflessioni di Presutti, Guidi, Montella, Ansell e Bettarello sulla riforma del campionato
È dei giorni scorsi la notizia della riforma dei campionati nazionali, che prevede il blocco delle Retrocessioni dall’Eccellenza alla Serie A e dalla Serie A alla Serie B in vista dell’ampliamento a dodici squadre del massimo campionato nazionale e a trenta squadre per la seconda divisione. Per quanto riguarda il massimo campionato nazionale, abbiamo chiesto ad alcuni tecnici se e in che modo il blocco delle retrocessioni (risposta 1) e l’aumento a 12 squadre (risposta 2) influenzeranno il torneo.
Pasquale Presutti (head coach I Medicei)
(1-2) Non è che cambia molto, se non che si gioca con un po’ meno ansia. L’idea che non c’è la retrocessione non vuol dire che si gioca tanto per giocare. Si sta un po’ più tranquilli, per carità, però se vogliamo – anche noi neopromossi – che la gente venga allo stadio e a vederci non possiamo dire “tanto non si retrocede, prendiamo 30-40 punti e va bene lo stesso”. Non va bene niente. Mi auguro che sia un campionato come quello dell’anno scorso dove non ci sono squadre materasso.
Per quanto riguarda il gap, i 40 e i 50 punti si prendevano anche in semifinale con la Benetton o con il Milan. Li ho presi anche io con il Petrarca 50 punti in semifinale a Treviso (era la stagione 2009/2010, ndr), per cui non mi scandalizzerei di nulla. Anche l’anno scorso una delle due semifinali è finita con 40 e rotti punti di scarto.
Due squadre come San Donà e Fiamme Oro, che sono state le finaliste di qualche anno fa in Serie A (nel 2011/2012, ndr), poi hanno fatto un ottimo campionato in Eccellenza e son due-tre anni che si giocano il quarto posto. Reggio Emilia l’anno scorso ha fatto benissimo, così come il Piacenza. È chiaro che la differenza c’è con quelle due squadre che hanno qualcosa in più, ma noi qualcosa dobbiamo fare. Mi auguro si possa allargare di più la base, che sia più spazio per alcuni giocatori di qualità. Se li facciamo giocare, qualcosa in più avremo, andando avanti.
Sull’allargamento a 12 io sarei molto più calmo, vedremo fra due-tre anni i risultati. Poi ci sono tante idee, come quella di Marcato con i due gironi da 6. Sarei un attimino più ottimista e un po’ più sereno. Non ci nascondiamo, il nostro movimento ha qualche problema, lavoriamo tutti per venirne fuori in qualche maniera.
Comunque, avevo anche proposto qualche anno fa un campionato a 12. Diamo l’opportunità a tutti di far bene. Per esempio, nei giorni scorsi ho incontrato in una riunione Arancio (Orazio Arancio, Presidente del Comitato Regionale siciliano, ndr) che giustamente mi ha ricordato che qualche anno fa il buon San Gregorio in casa ha battuto sia Rovigo che Petrarca (per 23-17 e 19-13: era il 2011/2012, ndr). Poi è retrocesso, per carità, ma non penso ci sia tutta questa grossissima differenza tra 3-4 squadre di Eccellenza e 3-4 squadre di Serie A. Diamo l’opportunità a presidenti e società di affacciarsi in Eccellenza, di prenderla nel modo giusto: perché no? Ci sono dappertutto partite con 40 o 50 punti.
Gianluca Guidi (head coach Fiamme Oro)
1) Inevitabilmente penso che il campionato che verrà sarà un campionato diverso da tutti quelli visti negli ultimi anni, in cui, soprattutto nell’ultimo, è stata avvincente sia la lotta per i primi quattro posti, che ha visto impegnate molte squadre fino all’ultima giornata, sia la lotta per non retrocedere. Ritengo che nella prossima stagione, con il pensiero “libero” dal baratro della retrocessione, molte squadre potranno giocare anche in maniera più spregiudicata, mettendo in seria difficoltà quelle che di solito vengono definite come “le grandi dell’Eccellenza”. Inoltre, molti tecnici saranno liberi di “sperimentare” soluzioni nuove senza dover fare troppa attenzione ai punti da conquistare. Insomma, penso che ne vedremo delle belle.
2) Allargare l’Eccellenza a 12 squadre molti ritengono sia un grave errore, soprattutto dal punto di vista economico per alcune società che, date le scarse disponibilità di cassa, si troveranno quasi costrette a partecipare ad un campionato che prevede investimenti maggiori rispetto alla Serie A. Io invece ritengo sia una nuova opportunità per il nostro sport, per allargare la platea e dare un prodotto, forse anche di qualità maggiore, al pubblico. Il sogno è quello di vedere un campionato che geograficamente non si fermi al Centro Italia, ma che si allarghi a macchia d’olio coinvolgendo alcune realtà del Sud del nostro Paese… e ce ne sono di realmente valide!
Daniele Montella (head coach Lazio Rugby)
1) Sicuramente il blocco delle retrocessioni darà a tutti gli allenatori la possibilità di poter schierare sempre la miglior formazione in campo, senza pressioni dovute all’importanza delle sfide. Probabilmente a gennaio potrebbero verificarsi delle divisioni in classifica tra chi punterà al titolo e chi invece darà spazio ai giovani in rosa per aumentare il serbatoio in vista della prossima stagione. Il blocco delle retrocessioni deve dunque essere un’occasione per crescere, dando così ai club la possibilità di programmare.
2) L’ampliamento a 12 squadre consentirà certamente al campionato di avere meno pause, dando la possibilità anche ad altri club di poter salire, raddoppiando quest’anno le possibilità di promozione in Eccellenza. In prospettiva maggiori giovani di qualità saranno a disposizione delle rose di quei club che investiranno programmaticamente su di loro.
Zane Ansell (head coach San Donà)
1) Secondo me si. Nell’ultima stagione, dopo tanti anni, abbiamo finalmente giocato un campionato molto competitivo, il cui verdetto finale in termini di accesso ai play off, retrocessioni e classifica, si è deciso negli ultimi incontri. Il mio timore è che il livello di gioco e prestazione delle squadre si abbassi tornando indietro di qualche anno. Temo che ci saranno 4/5 squadre che continueranno a giocare bene e magari le ultime due che si accontenteranno di vincere un paio di partite in tutta la stagione.
2) Il mio giudizio non è per nulla positivo; avrei preferito di gran lunga competere in un campionato a 8 squadre.
Stefano Bettarello (Direttore Sportivo Rugby Rovigo)
1) Per quanto riguarda la lotta playoff non cambierà nulla. Cambierà invece il percorso per poter arrivarci. Non credo proprio che una volta palesati i due tronconi fra chi può ambire alla qualificazione ed il resto del plotone, si possa assistere a partite da tramandare ai posteri. C’è un peccato originale che traspare da questa operazione, che parte sicuramente con le migliori intenzioni, che è l’allargamento della platea dei partecipanti al campionato, e cioè la mancanza assoluta del concetto di competitività. Ovvero l’aver dato la patente di ufficialità ad una serie di partite che non si discosteranno dal concetto di amichevole.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.