Capitana e head coach analizzano la sconfitta contro gli Stati Uniti all’esordio. Parola anche alle nostre avversarie
DUBLINO – “Qualche errore di troppo ci è costato molto caro oggi. Abbiamo sbagliato troppo, io per prima non mi tiro indietro e ammetto di aver fatto errori soprattutto nei passaggi e sui tempi delle giocate. Molto probabilmente se fossimo state capaci di gestire meglio la nostra partita, il risultato sarebbe diverso.” Sara Barattin, capitana dell’Italia Femminile, è sempre lucida ed onesta nell’analizzare la partita e anche nell’immediato post-gara dell’UCD Bowl non ha problemi nel puntare il dito su quello che le Azzurre potevano fare e, per diversi motivi, non sono riuscite a mettere in campo.
“Non credo, però, si possa dire che il nervosismo per l’importanza della gara abbia influito sulla prestazione e, di conseguenza, sul risultato finale. Dal punto di vista fisico gli Stati Uniti ci sono stati superiori, inutile negarlo, e quando cambiavano il passo la differenza si sentiva – spiega il mediano di mischia ai microfoni di On Rugby – La partita sarebbe stata diversa se fossimo riuscite a fare meglio certe cose che oggi non hanno funzionato bene.”
“Eravamo molto cariche, prima del match, ma oggi abbiamo pagato i placcaggi mancati e alcune scelte individuali. Adesso abbiamo Inghilterra e Spagna, due squadre che presentano diversi spunti e diversi aspetti su cui dovremo concentrarci. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, sia a livello individuale sia collettivo e i risultati verranno di conseguenza.”
“Abbiamo pagato caro il gap a livello fisico con gli Stati Uniti” dice coach Di Giandomenico che conferma quanto già detto da Barattin e quanto si è visto in campo. “Abbiamo retto bene, però abbiamo subito nei punti d’incontro un’organizzazione molto più aggressiva delle americane che ci ha fatto perdere dei possessi e impedito, quando avevamo l’ovale, di trovare giocate veloci e di qualità che ci avrebbero permesso di renderci pericolose. Anche nel gioco al piede avremmo potuto fare di più e meglio, per provare a guadagnare territorio e alleggerire la pressione. Va comunque detto che non sono tante le squadre che hanno un gioco al piede veramente efficace, per esempio gli USA quando sono stati costretti a ricorrere a calci improvvisati non hanno poi fatto benissimo nemmeno loro.”
“Quando siamo riuscite a giocare in velocità trovando gli spazi, però, si sono viste cose positive – continua l’allenatore – Noi, però, dovevamo ridurre i tempi dei passaggi per non dare tempo alla loro difesa di metterci pressione e, in fase difensiva, dovevamo noi mettere più pressione sulle avversarie per non concedere troppe ripartenze. Quando nel secondo tempo siamo riuscite a mettere in campo questi dettagli, abbiamo costretto gli Stati Uniti a commettere errori. Dobbiamo comunque essere positivi e prendere gli spunti che ci sono per guardare avanti alle prossime partite. L’Inghilterra ormai la conosciamo bene, mentre la Spagna è una squadra che si fa sempre trovare pronta agli appuntamenti importanti, con un approccio vincente.”
Qui Stati Uniti: Benson, era una gara da vincere
L’estremo degli USA, Catherine Benson, ci dice di “essere soddisfatta per la vittoria ottenuta contro una squadra che rispettiamo molto, come tutte le avversarie. Noi ci siamo concentrate negli ultimi mesi solo su noi stessi per cercare di trovare i giusti equilibri che ci consentono di esprimerci al meglio. Ci siamo preparate per un match duro e così è stato, ma ovviamente ci sono alcuni aspetti in cui avremmo potuto fare meglio. È la prima gara della Coppa del Mondo, tutti sono affamati e tutti vogliono fare subito bene.”
“La gara si è sviluppata come ci aspettavamo. È stata una gara dura, fisica e veloce e alla fine siamo riuscite a vincere e di questo siamo contente. Non siamo state sempre in grado di gestire la gara ma sappiamo cosa vogliamo fare. Era la prima gara dopo qualche tempo – spiega Benson – adesso avremo modo di sviluppare gli aspetti che non sono andati benissimo per continuare a crescere. Oggi era solo una gara da vincere per fare il primo passo dentro la competizione e rompere il ghiaccio.”
“Certo, ci sono aspetti, come detto, in cui se potessimo vorremmo tornare indietro e rigiocare quei minuti, quell’azione per farla meglio. Ma nel rugby non c’è questa possibilità, non si può tornare indietro e quindi l’unica cosa che possiamo fare è imparare dagli errori e fare meglio la prossima volta.”
Spagna-Inghilterra: le impressioni a fine gara
Le prossime avversarie dell’Italia si sono sfidate nella prima gara della WRWC2017, con le Red Roses che hanno schiantato una Spagna che, risultato a parte, ha comunque mostrato spunti interessanti.
“L’Inghilterra è molto forte ma noi non siamo contenti perchè nel primo tempo abbiamo avuto problemi con turnover e disciplina, perchè abbiamo concesso troppe punizioni e perchè, soprattutto, so che possiamo fare molto meglio” ci ha detto l’head coach delle Leonas, Barrio, al termine del match.
Patricia Garcia, apertura della Spagna, è comunque contenta nonostante il pesante passivo perchè “abbiamo fatto vedere, a tratti, di potercela giocare contro chiunque. Mi aspetto, però, di vedere dei miglioramenti nelle prossime gare contro USA e Italia soprattutto in fase offensiva. Nonostante avessimo preparato un game plan incentrato sulle ripartenze, abbiamo regalato troppi possessi; dobbiamo tenere viva la palla più a lungo in attacco in modo da metterci nelle condizioni migliori per renderci pericolose. Credo che ogni squadra meriti attenzione, ma la gara contro l’Italia che è una squadra europea e che è più al nostro livello sarà molto importante. Adesso, però, pensiamo alla gara contro gli Stati Uniti che è la nostra prossima sfida. Mi aspetto, però, una gara molto fisica contro l’Italia.”
“È bello tornare in campo e tornare a vincere, poi quando marchi dieci mete forse ancora di più,” dice Sarah Hunter, terza linea dell’Inghilterra, al termine della gara. “Il risultato, però, non dice quanto dura e fisica sia stata la gara contro la Spagna. Siamo davvero concentrate su questa competizione, la prossima gara contro l’Italia, un avversario che conosciamo bene, sarà dura perchè nonostante le affrontiamo regolarmente sanno sempre trovare dei modi per metterci in difficoltà come successo nell’ultimo Sei Nazioni. Come sempre, però, ci concentreremo soprattutto su di noi.”
di Matteo Mangiarotti
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