Gli Springboks per confermare il buon giugno e cancellare definitivamente il 2016
No, la vittoria finale degli All Blacks non dovrebbe certo essere in discussione. Ma se c’è una squadra in grado di poter impensierire i tutti neri nella partita secca, quella è il Sudafrica. Dopo un 2016 terribile, la Rainbow Nation è tornata di prepotenza ai livelli che le competono grazie alla serie vinta 3-0 a giugno contro la Francia, e in generale dando l’impressione di aver risolto alcuni di quei problemi che nascevano fuori dal rettangolo verde ma i cui effetti arrivavano fin dentro il terreno di gioco. La SARU e il movimento tutto sono più in salute di 12 mesi fa, prova ne sia il fatto che le due squadre tagliate dal Super Rugby hanno già trovato una nuova collocazione nel rinnovato Pro14. Bene o male che sia, il rugby sudafricano si sta muovendo. Ma torniamo al Rugby Championship: che torneo aspetta i più forti dietro i marziani?
Convocati: continuità con giugno e giocatori in splendida forma
“Continuità, esperienza e combinazioni, questo vedo nelle nostre scelte. Non ho dubbio che la forma della squadra sarà quella di giugno. I giocatori si sono confermati in questi mesi e siamo contenti”. Parole chiare quelle di coach Coetzee all’annuncio dei convocati per le prime due sfide contro l’Argentina: un gruppo in cui figurano esperienza (Mtawarira, Hougaard, De Jager, Etzebeth), giocatori in splendida forma (Kolisi, Kriel, il ritrovato Serfontein) e giovani che hanno davanti a sé tanta strada (Malcolm Marx, Curwin Bosch e Jesse Kriel). Sono sei i convocati non presenti nella finestra estiva contro i Blues: tra questi c’è anche Handre Pollard, out a livello internazionale dal 30 ottobre 2015 giorno della finale per il terzo posto della Rugby World Cup vinta contro l’Argentina. Ma difficilmente rivedremo in campo il forte regista, almeno ad inizio torneo.
Il gioco Lions poco sudafricano (e abbandonato da Coetzee)
Da due stagioni la scena sudafricana è dominata dai Lions, sconfitti però per due finali consecutive nell’ultimo decisivo atto del Super Rugby. Una squadra che gioca un rugby poco affine alle corde sudafricane, e dopo gli esperimenti falliti del 2016 con la replica della mediana de Klerk-Jantjies, la scelta dello staff tecnico (in cui figura anche la consulenza di Venter) è stata quella di tornare alla verticalità tipica del rugby Springboks, a cui si sono aggiunte le qualità di corsa delle terze linee Kolisi e Kriel. Pagherà dividendi anche nel Championship? Probabilmente sì. Certo, come scrivevamo la vittoria finale dovrebbe essere fuori discussione, ma rispetto ad Australia e Argentina il Sudafrica si presenta al via da una posizione migliore.
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