La Federazione Springboks spiega l’avvicinamento al rugby europeo, senza tralasciare l’Emisfero Sud
In Sudafrica sono ore di fermento. Il debutto nel nuovo Pro14 mette in agitazione e non poco gli stati generali ovali della Rainbow Nation. In questi giorni però, nell’Emisfero Sud si paventano voci che la partecipazione al torneo celtico sia solo il primo passo da parte degli Springboks per un futuro abbandono della SANZAAR. A tal proposito, per chiarire la posizione in atto, è intervenuto quindi l’amministratore delegato della federazione Jurie Roux che si è così espresso: “Quello che vivremo è un momento molto emozionante, il debutto nel Pro14 ci entusiasma – esordisce in un’intervista al Guardian – attualmente non abbiamo avuto altre opzioni in SANZAAR a livello di franchigie, quindi ci siamo dovuti guardare intorno. Detto questo, credo che insieme a Nuova Zelanda e Australia vi sia un connubio importante e per questo continueremo a stare e a giocare con loro, in tornei di livello. Volevamo avere tante franchigie nel Super Rugby, ma non è stato possibile: al massimo ne avremo tre. Non c’erano altre opzioni. In ogni caso ribadisco quando detto prima: con All Blacks e Wallabies vogliamo e dobbiamo misurarci se vogliamo tornare ad essere i migliori. In conclusione vi dico, che ci sarà solo un maggiore interesse rispetto a prima per le cose che avverranno nell’Emisfero Nord”.
Un pensiero quindi, quello di Jurie Roux, che esplicita la posizione sudafricana: lasciare la SANZAAR in questo momento non è un’ipotesi nè pensata nè percorribile, anche perchè l’accordo con la Confederazione dell’Emisfero Sud è in vigore sino al 2020 e nel 202i, poi, vi sarebbero da affrontare i British & Irish Lions. Cosa che non sarebbe possibile se il Sudafrica diventasse a tutti gli effetti una consociata dell’Emisfero Nord.
Inoltre qualche teoria dietrologa vede questo “tenere il piede in due scarpe” come la miglior strategia per raccogliere voti in vista dell’assegnazione della Rugby World Cup 2023.
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