PRO 14: il primo viaggio in Italia è per Scarlets e Ulster

Uno sguardo ai campioni in carica e alla franchigia di Belfast dopo le sfide della prima giornata contro le sudafricane

ph. Action Images/Henry Browne

ph. Action Images/Henry Browne

Sia l’Ulster che gli Scarlets sembrano rivestire un ruolo importante in quest’inizio di stagione. Sono state le franchigie ad aver sfidato per la prima volta rispettivamente i Cheetahs e i Kings nel PRO 14, accogliendoli a Belfast e a Llanelli e dando loro un saggio di cosa vorrà dire imparare a sopravvivere alle squadre celtiche (per la cronaca: le partite sono finite 42-19 e 57-10), e saranno le prime ospiti del Benetton Treviso e delle Zebre nell’esordio casalingo delle franchigie italiche di domani pomeriggio, che di fatto rappresenta già una prima cartina al tornasole dello stato di salute di biancoverdi e bianconeri.

 

Qui Scarlets: in Italia senza Davies e Halfpenny

I campioni in carica hanno sepolto sotto una coltre di otto mete i sudafricani di Port Elizabeth, ma la partita non è da prendere come manifesto di quello che possono essere realmente gli Scarlets. Gli uomini di Wayne Pivac hanno messo in mostra il solito gioco brillante ed espansivo, che risalta le grandi linee di corsa dei vari McNicholl, Williams, Parkes e di una terza linea brava ad agire negli spazi esterni come James Davies, ma i gallesi sono diventati davvero efficaci soltanto negli ultimi venti minuti, quando i Kings non hanno avuto più il fiato per reggere ai continui allaramenti dei padroni di casa. Il 57-10 sembra restituire fin troppo l’idea del dominio Scarlets che, pur essendoci stato, poteva essere ancor più netto e marcato di quanto non abbia detto già il punteggio. Troppi gli errori di esecuzione dei gallesi, che spesso hanno rovinato lo spartito anche con scelte non proprio impeccabili. Ma l’impressione è che, essendo appena ad inizio settembre, Pivac non debba preoccuparsi più di tanto.

 

 

Chi invee dovrà preoccuparsi è mister Michael Bradley per l’imminente arrivo degli Scarlets a Parma. Le Zebre hanno caratteristiche diverse dai Kings e probabilmente non hanno nelle corde le doti atletiche dei sudafricani, ma ciò non toglie che non possano tarpare le ali ai campioni celtici come già fatto in parte anche agli Ospreys. La propensione a giocare poco sulla verticale e a effettuare tanti passaggi in orizzontale sembra dare un indizio sul tipo di difesa che potrebbero adottare le Zebre: non contestare il breakdown (se non in situazioni favorevoli) e coprire il campo nella larghezza, magari marcando a uomo i ricevitori a disposizione di un Rhys Patchell sempre più sicuro dei suoi mezzi.

 

Il buon inizio di stagione, tuttavia, è stato già guastato dalla notizia del lungo stop forzato per James Davies. Il flanker, grande protagonista contro i Kings, dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico alla spalla che lo terrà fuori dai campi per almeno 12 settimane. Un infortunio che lo aveva colpito nel corso della scorsa stagione, e che lo staff medico pensava di poter monitorare senza che il giocatore finisse sotto i ferri, ma un colpo subito venerdì scorso ha reso l’operazione necessaria. Come riporta il Wales Online, in Italia non arriverà nemmeno Leigh Halfpenny, il cui Dual Contract prevede un massimo di sedici partite da disputare in campionato. Poco male, vista la forma smagliante mostrata da McNicholl una settimana fa. Le Zebre sono avvisate.

 

Qui Ulster: buone risposte dai nuovi acquisti

Il post Ruan Pienaar a Belfast si è aperto con la vittoria su dei Cheetahs che nella prima mezzora hanno sorpreso i nordirlandesi, ma probabilmente non chi aveva già visto in azione la squadra di Franco Smith nel Super Rugby. Corsa, atletismo, forza fisica e una buona dose di tecnica mista a scelleratezza hanno impensierito Ulster ad inizio partita, con i vari Blommetjies, Mapimpi, Speckman e Afrika che hanno lanciato un biglietto da visita interessante a tutto il PRO 14. Il problema è che i sudafricani non hanno dimostrato molto altro, consentendo ad Ulster di chiudere il primo tempo già sul 27-14 senza spingere fino in fondo sull’acceleratore, per poi controllare senza particolari affanni nella ripresa (appena 10 i placcaggi mancati, 68% del tempo trascorso nella metà campo sudafricana).

 

 

Rispetto agli Scarlets, l’Ulster utilizza più ball carrier in campo ma non disdegna di utilizzare tutto il campo nella sua ampiezza alla prima occasione utile, specie se al largo c’è un fuoriclasse come Charles Piutau e giocatori di qualità sopraffina come Trimble e Bowe. Le assenze di Paddy Jackson e Stuart Olding, sospesi dalla squadra dopo essere stati accusati di stupro, possono rappresentare un problema nel corso della stagione, ma l’esordio di Christian Lealiifano come mediano d’apertura è stato convincente, con l’australiano subito chiamato a prendere le redini della squadra. Molto positiva anche la prestazione del neoacquisto sudafricano Jean Deysel (8 corse, 66 metri guadagnati), così come quella del connazionale Marcell Coetzee.

 

Treviso non potrà in nessun modo sbagliare l’approccio contro una squadra molto abile a gestire il possesso, che potrebbe concedere ben poche occasioni al Benetton qualora dovessero trovare il ritmo e la confidenza ideale per giocare il loro rugby. E gli Ulstermen, in questo senso, potrebbero magari impiegare più tempo per entrare a regime, visti i dubbi che affligono l’head coach Jono Gibbes e lo staff medico in vista della trasferta in Italia e i potenziali cambi nella formazione. Sono da valutare infatti Piutau, Diack, Coetzee e McCall, mentre potrebbero rientrare Luke Marshall, Jacob Stockdale e Kieran Treadwell a cambiare le carte in tavola. La profondità, in ogni caso, non sembra essere un problema a Belfast.

 

di Daniele Pansardi

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