Il tour sudafricano delle Zebre: primo momento sliding doors nella stagione ducale

Due settimane per fare gruppo e – perché no – trovare performance e risultati contro due squadre ancora in rodaggio

zebre rugby

ph. Reuters

La sconfitta contro gli Scarlets non va velocemente rubricata nel folto elenco delle ‘partite da dimenticare’. Sia perché la lista di sconfitte più o meno pesanti subite dalle Zebre è lunga, con il rischio di creare un effetto boomerang dal punto di vista mentale, sia perché – banalmente – i bianconeri devono dimostrare di valere qualche cosa di più rispetto ad un rovescio casalingo con 31 punti di scarto. Di fronte c’erano i campioni in carica, una squadra arrivata ad esprimersi a livelli altissimi dopo tante stagioni altalenanti, ma le Zebre non sono riuscite davvero a creare i presupposti per far venire anche solo la pelle d’oca ai gallesi, cosa che invece era riuscita solo una settimana prima in casa degli Ospreys. In un certo senso, la partita da destinare all’oblio doveva essere proprio quella di Swansea, considerando la regola che vede spesso le franchigie (e anche la Nazionale, of course) capitolare goffamente dopo aver brillato nella sfida precedente.

 

I bianconeri, insomma, non hanno fatto eccezione sabato sera a Parma. Ne è consapevole anche Michael Bradley, che nella conferenza stampa post-partita ha alternato bastone e carota da buon leader e guida quale sembra essere: “A fine gara con la squadra ci siamo detti che quando si fa rugby a questo livello dobbiamo placcare bene, il nostro placcaggio non è stato accettabile […] Non mi è piaciuta la gara perché la nostra performance non è stata buona”. Anche in queste situazioni, tuttavia, misurando bene il contesto è possibile trovare delle piccole zolle di terreno buono da coltivare, soprattutto se sarà ben alimentato. Le più importanti riguardano senz’altro la coesione del gruppo e l’impatto dei nuovi stranieri, visto che Gaffney e Sisi non sembrano voler replicare le gesta di indolenti viandanti come Muliaina e Ferreira; sia l’irlandese che l’inglese sembrano essersi calati con un buon piglio nella loro esperienza parmense, offrendo il loro contributo ad una squadra che nelle difficoltà ha imparato a remare interamente nella stessa direzione. “Di buono – ha continuato Bradley – mi rimane il fatto di aver visto i miei giocatori molto delusi a fine gara: questo è un aspetto positivo”.

 

 

Un mini tour per fare gruppo

Delusione che le Zebre potranno ‘cavalcare’ nelle prossime due settimane, quando la franchigia ducale sarà impegnata in Sudafrica contro i Cheetahs prima e i Kings poi, rispettivamente a Bloemfontein e a Port Elizabeth (partenza dall’Italia martedì 12 settembre). Insieme al Leinster, i bianconeri saranno i primi del nuovo PRO 14 a volare nell’Emisfero Sud, per una trasferta che può rappresentare un primo momento da sliding doors nella stagione zebrata. Il tempo che il gruppo trascorrerà insieme in Sudafrica, come sottolineato da Bradley, servirà a cementare i rapporti all’interno della squadra e a trovare una maggiore intesa in campo. Ancora Bradley dopo gli Scarlets: “In Sudafrica il tempo insieme ci aiuterà sicuramente per migliorare ancora il nostro gruppo […] Se giocheremo bene, sarà per noi un’opportunità per migliorare le nostre strutture in attacco con l’obiettivo di realizzare per un tour positivo”. Le sfide, del resto, non sembrano esattamente proibitive: nelle prime due giornate del torneo né i Cheetahs né i Kings hanno dimostrato di essere ad un gradino superiore delle Zebre soprattutto a livello difensivo e organizzativo, e una tournée sudafricana soddisfacente sia sul profilo dei risultati che delle prestazioni potrebbe creare l’ambiente giusto a Parma per affrontare la stagione con una marcia in più.

 

 

In Sudafrica per vedere le vere sudafricane?

Per dare giudizi sulle sudafricane è prestissimo. Troppo poco tempo per adattarsi al rugby dell’Emisfero Nord, troppi atleti ancora impegnati in Currie Cup (Mohoje e Cassiem per citarne due), troppo stanchi gli atleti Cheetahs e troppo nuovi quelli Kings. Tra due/tre mesi si potrà dire se il loro ingresso avrà effettivamente portato qualcosa al torneo, soldi a parte.

Ad oggi comunque dopo due giornate – toste, contro Scarlets, Ulster, Munster e Connacht – Kings e Cheetahs sono le formazioni con la peggior difesa. Sembrano reggere nel primo tempo per poi crollare nella ripresa, ma in casa da loro la musica potrebbe cambiare: entusiasmo, voglia di far bene davanti al proprio pubblico – biglietti gratis a Bloemfontein per l’esordio – desiderio di dimostrare che ritmo e velocità dell’Emisfero Sud sono superiori, così come la fase offensiva. Ma sicuramente ad oggi non valgono gli Scarlets. E tornare con punti in classifica è l’obiettivo.

 

 

Sabato 16 settembre, ore 19.30: Cheetahs v Zebre

Sabato 23 settembre, ore 19.35: Kings v Zebre

 

di Daniele Pansardi

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