Il tecnico irlandese soddisfatto dei progressi dei bianconeri: “Vogliamo giocare in maniera diversa da un anno fa”
Le cinque mete marcate, i 39 punti segnati e un rugby piacevole come poche volte si è visto per una squadra italiana non fanno altro che aumentare il rimpianto per la sconfitta delle Zebre contro i Cheetahs, nella loro prima sfida del tour sudafricano. I bianconeri si sono fatti trascinare dalla spregiudicatezza dei padroni di casa in un match che ha perso ogni forma di equilibrio con il passare dei minuti, e che ha finito per avvantaggiare la franchigia di Bloemfontein anche a causa dei due gialli rimediati dai parmigiani. “Siamo amareggiati per i due cartellini gialli ricevuti: in quei 20 minuti i sudafricani ci hanno segnato quattro mete – ha spiegato coach Michael Bradley nel post-partita – In particolare il giallo a Sisi ha girato la partita: le Zebre erano in vantaggio e fiduciose dei loro mezzi fino al 27°, coi Cheetahs un po’ frustrati rispetto alle alte aspettative verso il loro esordio casalingo nel PRO14. Penso che le due squadre si equivalessero in campo: questi cartellini hanno deciso la gara”.
Il tecnico irlandese può comunque dirsi soddisfatto del coraggio mostrato in fase offensiva dai suoi ragazzi, bravi a tenere sempre vivo il pallone a conferma della bontà del lavoro svolto individualmente fin qui. “Ho detto più volte prima di questa gara gara che il nostro obiettivo tecnico è quello di creare un diverso stile di gioco rispetto a quello che la squadra era abituata fino all’anno scorso – ha spiegato Bradley – Stiamo cercando di sviluppare al massimo il bagaglio di tecnica individuale degli atleti”.
Sabato le Zebre chiuderanno la parentesi sudafricana con la sfida di Port Elizabeth contro i Kings, sconfitti nettamente dal Leinster nella terza giornata. “Leinster sabato scorso ha vinto contro i Kings mettendo in campo una formazione d’assoluto livello; noi non siamo a quel livello” – ha detto Bradley, puntualizzando inoltre che ad avere importanza “sarà il risultato, non il punteggio […] Abbiamo sicuramente la possibilità di vincere a Port Elizabeth, ma dovremo guadagnare sul campo la vittoria“. A patto di limitare anche l’indisciplina in campo: “Nelle prime gare di questo torneo abbiamo concesso troppi falli e turn-over ai nostri avversari: possiamo fare sicuramente meglio e ne siamo tutti certi”.
In conferenza è intervenuto anche Tommaso Castello, capitano della squadra, che ha analizzato in maniera lucida i problemi del nuovo sistema di gioco zebrato: “Stiamo cercando di sviluppare un rugby più espansivo rispetto al passato. Abbiamo fatto buone cose, bei break nella linea difensiva dei Cheetahs ma a volte i nostri sostegni non sono stati così accurati facendoci perdere alcuni possessi per tenuto”. Due problemi, quello dei mancati sostegni e della poca velocità in ruck, ormai di vecchia data per il rugby italiano.
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