Secondo Luke Romano, le squadre partono già battute quando arrivano in Nuova Zelanda
L’aura di invincibilità costruita dagli All Blacks attorno a loro stessi è oggetto di ‘studio’ ormai da anni nel mondo del rugby, alla ricerca di spiegazioni convincenti sui motivi per cui la nazionale neozelandese ha – ha avuto e avrà – un tale controllo sulla palla ovale. Con tutta probabilità, siamo di fronte a uno dei rari esempi in cui un atleta o una squadra diventata più grande dello sport stesso (lo si diceva di Jordan per la NBA, di Bolt, di Phelps e negli ultimi giorni del ciclista Peter Sagan), tanto da creare uno scoramento collettivo tra gli avversari che si apprestano ad affrontare gli All Blacks. Non che fosse una novità, del resto.
Proprio la mentalità perdente delle squadre, secondo Luke Romano, è la ragione principale secondo cui Sudafrica, Australia&co. sbarcano in Nuova Zelanda prefigurandosi già un’inevitabile sconfitta sul suolo nemico, dove i kiwi mantengono un ruolino di marcia a dir poco mostruoso da otto anni a questa parte. Dalla sconfitta contro gli Springboks nel settembre 2009 a Christchurch, infatti, gli All Blacks hanno infilato la bellezza di 50 vittorie in 52 partite, che hanno contribuito a far allargare il divario tra neozelandesi e resto del mondo nella gestione psicologica e mentale di una partita.
“C’è quella storia dei successi in casa, ma le squadre che arrivano in Nuova Zelanda si sentono già battute; se questo è il loro approccio, non potrebbero vincere – ha dichiarato a Stuff il seconda linea 31enne – Perfino prima di salire sull’aereo si sentono già sconfitti. E qui torniamo alla questione dell’impostazione mentale. Il rugby è molto spesso una questione di dettagli. Ci sono tanti atleti simili al mondo, hanno tutti gli stessi valori e sanno fare tutto, ma poi la mentalità fa la differenza“.
Per tutti, naturalmente, l’esempio dovrebbe essere quello dei British & Irish Lions, gli unici in grado di sporcare il record dei neozelandesi a luglio nella serie finita con un incredibile pareggio. “Prendiamo i Lions – continua Romano – Erano molto fiduciosi, ci hanno battuto e poi hanno pareggiato”. Facile, no?
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