Parole di apertura verso le società abruzzesi: franchigia e confluenza
Prima la partita non disputata contro i Cavalieri Prato, poi la vittoria fuori casa nel derby abruzzese contro la Gran Sasso (con 19 giocatori in lista gara). Sono state settimane difficili in casa L’Aquila, e ora che il peggio sembra essere alle spalle il club neroverde ha parlato tramite un lungo comunicato stampa-
“Innanzitutto ci corre l’obbligo di ringraziare i giocatori e lo staff che, nonostante le difficoltà sopportate negli ultimi anni, si sono resi disponibili a proseguire con i nostri colori il progetto pensato dal compianto Presidente Mauro Zaffiri e da altri Soci che, nel momento più importante e drammatico per la vita del rugby cittadino, hanno raccolto il testimone che, possiamo dire con assoluta cognizione di causa e senza tema di smentita, era stato abbandonato alle proprie sorti”, si legge nelle battute iniziali.
Segue un po’ di storia: la promozione della società L’Aquila Rugby 1936 in Eccellenza nel maggio 2014, la scelta di rimettere il titolo in mano alla Federazione perché non sarebbe stata garantita l’iscrizione alla stagione 2014/15, la costituzione della società L’Aquila Rugby Club s. s. d. a r. l. “che garantì la permanenza del titolo a L’Aquila facendo un accordo con la 1936 per la cessione del titolo accollandosi direttamente ed indirettamente i debiti maturati nei confronti dei tesserati ed affiliati alla F.I.R. (circa € 236.000), tramite la rinuncia al contributo federale per le squadre di Eccellenza (€ 160.000), interamente devoluto, per accordo con l’A.I.R., al ripianamento dei debiti verso tesserati ed affiliati alla federazione di cui in realtà si sarebbe dovuto far carico la Società cedente, e accollandosi direttamente la differenza (€ 76.000 circa). Si evince che la neonata Società è partita fin dal primo giorno con un debito di € 236.000, di cui € 160.000 per mancati incassi ed € 76.000 di accollo debito”.
Poi due attacchi al territorio per il ridotto numero di spettatori e la mancanza di “apporto di risorse economiche da parte del tessuto imprenditoriale” e un ringraziamento per “sponsorizzazioni e partenariati venuti da fuori città”. Infine un’apertura alle società limitrofe con cui si avanza l’ipotesi di “collaborazioni che possono spingersi anche verso le franchigie territoriali o addirittura una confluenza tra le varie realtà, ma non partendo da presupposti sbagliati che escludano l’una o l’altra Società o che ne decretino la fine a favore di altre”.
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