Terza linea e triangolo allargato con opzioni, scelte più costrette davanti. E l’incognita 12
Il buon momento delle franchigie trascinate anche da giovani in grande spolvero, i molti che hanno scelto la via dell’estero, Hayward diventato eleggibile. C’era tanta curiosità attorno alle convocazioni di coach Conor O’Shea per i Test Match di novembre: 34 nomi che – al netto degli infortuni – esprimono il meglio in questo momento a disposizione. E la sensazione che in certi reparti il livello di concorrenza si sia davvero alzato verso l’alto.
Mischia: prima linea corta, terza infinita
Le ancore si chiamano Ferrari e Lovotti, mentre in mezzo c’è un Ghiraldini già cinque volte titolare con Tolosa secondo in classifica a pari merito con Montpellier in Top 14. Dietro preme Oliviero Fabiani, che può dire e dare molto da impact player, mentre Zani e Pasquali dovranno dimostrare di valere anche in campo internazionale. E’ il reparto in cui forse soffriamo complessivamente la coperta più corta, considerate anche le indisponibilità di Quaglio e Riccioni. Out dal radar i vari Rizzo, Cittadini e Ceccarelli (5 presenze di cui 3 da titolare con Oyonnax), ma la scelta è stata chiara e va in direzione delle franchigie.
In seconda linea reparto targato TV con Budd e Fuser – verosimilmente coppia titolare – più gli adattabili Lazzaroni e Ruzza e il loro lavoro sporco. Completa il reparto George Biagi autore fin qui di un’ottima stagione alle Zebre, che in futuro potrebbero dare anche David Sisi (strada lunghissima, necessità di crescita fisica, ma premesse più che discrete).
Terza linea dove qualità e profondità non mancano. Rispetto a giugno c’è capitan Parisse, prossimo al rientro dall’infortunio alla gamba, e attorno a lui le opzioni sono tantissime. Logica direbbe Steyn (tra i migliori Benetton), Minto e Mbandà, ma quest’ultimo è fuori dal match di giugno contro l’Australia. Ci sono poi Giammarioli e Licata, i terribili giovani delle Zebre: che intanto assaggeranno il ritiro azzurro e verosimilmente esordiranno anche a livello internazionale, magari alzandosi dalla panchina. Ma la strada sembra finalmente essere intrapresa: i giovani devono giocare, i giovani forti devono farlo in franchigia, e chi gioca bene in franchigia è giusto giochi in Nazionale. Peccato per Barbini, infortunatosi sabato coi Kings.
Trequarti: tutto dipende dal piano di gioco
Con Allan infortunato, Violi in spolvero, Gori in ripresa e Tebaldi sempre ordinato e preciso, le scelte erano più che forzate. La vera domanda è se vedremo McKinley da titolare in una delle tre partite. Dipenderà molto dal piano di gioco.
E a proposito di piano di gioco, la scelta influenzerà molto la coppia dei centri (dove mancano i migliori due, Morisi e Campagnaro). Alla Benetton l’esperimento del doppio play, proposto in una sola occasione, non ha funzionato bene. Molto più ha dato un 12 alla Sgarbi/Castello, con quest’ultimo che di settimana in settimana scala le classifiche di PRO 14 per palle portate avanti. O’Shea ha spesso parlato della necessità di coordinamento e identità tecnica tra Nazionale e franchigie, ma nell’ultimo anno ha sempre giocato con un 12 alla McLean per sfruttarne il piede territoriale. Il posto del centro passato agli Irish potrebbe idealmente prenderlo Hayward, che può però giocare anche 13 in coppia con un Castello.
Nel triangolo allargato restano fuori Sperandio e Bisegni, e questo la dice lunga sulla concorrenza nel reparto. Esposito sempre in meta in questo avvio di stagione e Venditti rientrato contro Ulster sono due ali simili per caratteristiche, poi c’è Bellini adattabile a centro e nella Top 5 dopo sei turni di campionato per difensori battuti e break, e un Leo Sarto che palla in mano con Glasgow crea sempre pericolo. Ad estremo Padovani passato a Tolone e Minozzi, che sta dimostrando di valere e reggere il PRO 14. Opzioni? Infinite. Da un triangolo classico con Padovani-Sarto-Esposito/Venditti ad uno più particolare con Padovani-Sarto-Bellini, fino all’opzione – che difficilmente vedremo – del doppio estremo.
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