L’allenatore è tornato sull’avventura estiva in Nuova Zelanda parlando anche del rapporto coi giocatori
“Ho odiato il tour. La negatività. La stampa e quello che c’è stato in Nuova Zelanda. Ma l’ho fatto”.
Warren Gatland a distanza di qualche mese dall’ultima avventura dei British & Irish Lions, quella del “pareggio” nella serie contro gli All Blacks, vuota il sacco e alla BBC rivela quali sono state le sue sensazioni e il pensiero in merito al suo futuro rispetto alla selezione britannica.
“Quando mi guardo indietro, capisco che è stato fatto qualcosa di importante. Ma è stata durissima. C’è stata soddisfazione, ma anche tanta fatica. Nel 2021 – dice il tecnico pensando al prossimo viaggio in Sudafrica – non voglio sottopormi a questo stress”.
“La preparazione è stata difficilissima. L’organizzazione complicata: devi coordinare lo staff, i giocatori e gli aspetti logistici garantendo continuità negli allenamenti. Va fatto tutto al massimo, ma il tempo non è mai abbastanza”.
Stuzzicato infine sulla questione Sean O’Brien, Gatland risponde: “Le sue parole mi hanno fatto davvero male. Anche perchè quando ci ho parlato non ho sentito queste parole da lui.
Quando prendi 41 giocatori e li porti in tour sai già che ci sarà qualcuno scontento e insoddisfatto, per non aver avuto troppe chance. Ma lo posso capire: è la natura dello sport professionistico.
In ogni caso a Sean O’Brien non posso dire nulla, anzi. Il suo contributo in campo è stato di altissimo livello e la sua leadership anche nello spogliatoio è stata ben riconoscibile. Questo è giusto riconoscerlo”.
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