La federazione gallese imbocca la strada di Australia e Sudafrica. Novità dall’Argentina?
Una svolta per il rugby gallese. La federazione ha infatti annunciato modifiche per quanto riguarda i criteri di selezione dei giocatori. Con effetto immediato, potranno essere convocati tutti i giocatori che non militano nelle Regions purché abbiano collezionato 60 caps in nazionale. Superata la Gatland’s Law, secondo cui solamente quattro giocatori che non militano in patria potevano essere convocati in nazionale: e con i vari Liam Wiliams, North, Roberts e Faletau, e i club inglesi e francesi con sempre più potere, iniziava ad essere un problema.
La nuova Senior Player Selection Policy permetterà di trattenere in Galles i migliori giovani e allo stesso tempo di non rinunciare alla convocazione di tutti i migliori che si trovano all’estero. “Il nostro obiettivo è trovare una policy in linea con gli obiettivi – ha dichiarato il CEO Martyn Phillips – Vogliamo pertanto proteggere i nostri investimenti nel rugby gallese e nei giocatori che possono diventare internazionali: vogliamo che restino in Galles”.
Una decisione che va in linea con quanto stabilito dalla federazione sudafricana e dalla australiana, con la differenza che il numero di caps necessari già accumulati per convocare un oversea è rispettivamente di almeno 30 e almeno 60. La prossima federazione a rivedere i propri criteri di selezione dovrebbe essere l’Argentina, in calo nei risultati anche per la scelta di rendere eleggibile solamente chi gioca in patria.
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