Pessima prestazione dei bianconeri, molto fallosi e mai in grado di mettere un freno ai gallesi
CARDIFF – Si apre subito in salita il match delle Zebre all’Arms Park di Cardiff, nella sfida ai Blues nell’ottava giornata di PRO14, con i padroni di casa sostenuti da uno stadio quasi completamente pieno nonostante il vento freddo che abbassa la temperatura nella capitale gallese. A 6 minuti dal kick off, il XV di capitan Jenkins interrompe un bell’avanzamento dei trequarti bianconeri, recuperando il pallone nella propria metà campo. I Blues lanciano quindi all’ala il mediano di mischia Lloyd Williams, che si invola in meta evitando i tentativi di placcaggio e la schiaccia alla bandierina.
Buona e rapida la reazione della franchigia italiana: dopo un paio di minuti accorcia le distanze con una punizione di Canna dai 25 metri, guadagnata grazie a un avanzamento targato Di Giulio. Le Zebre subiscono quindi una successiva offensiva dei padroni di casa, ma alla fine la difesa italiana tiene. Segue una fase di gioco senza reali pericoli su entrambi i fronti, con marcato ma sterile possesso bianconero, fino a quando uno scambio in velocità dei Blues permette ad Halaholo di bucare la retroguardia ducale e andare a segno; questa volta Shingler non fallisce la trasformazione, portando i suoi sopra break.
Le accelerazioni e le ripartenze gallesi continuano a fare paura, e il XV di Cardiff si ritrova presto di nuovo nei 22 ducali conquistando una punizione da posizione centrale e ravvicinata, che permette a Shinger di portare il risultato sul 15-3.
Coach Bradely decide quindi di operare il primo cambio, facendo entrare Andrea De Marchi al posto di Sami Panico: per il pilone di Montebelluna è il Cap numero 100 con la maglia delle Zebre, primo “centurione” di sempre nella storia della franchigia parmense dalla sua fondazione nel 1973.
I bianconeri provano quindi a reagire, con Bellini che penetra nei 22 dei Blues ma si trova privo di sostegno: la controffensiva ducale si spegne senza creare particolare paura alla difesa gallese. I padroni di casa tornano in attacco e le Zebre vanno in confusione, perdendo prima una touche e concedendo poi proprio con De Marchi un’altra punizione che il piede di Shingler concretizza in ulteriori tre punti per i suoi.
Con un buon calcio i ducali riescono quindi a riportarsi nel 22 avversari, ma anche questa volta non pungono: un banale errore nel controllo da parte di Violi dà la mischia ai Blues, che ne approfittano per uscire subito dalla zona di pericolo.
Le Zebre – che paiono non riuscire a riprendersi dopo i colpi incassati nella prima mezz’ora- continuano a concedere falli. I gallesi tornano a ridosso dei 22 bianconeri con una touche e, dopo una serie di raggruppamenti e pick-and-go, si ritrovano nuovamente nei cinque metri ducali. Un in avanti permette alla difesa italiana di respirare. Castello e compagni provano a riportarsi in avanti, con un discreto possesso, ma non riescono a trovare varchi fino al termine del primo tempo, che si chiude sul 18-3 per i Blues.
Si torna in campo e sono ancora i Blues a premere sull’acceleratore, con il pubblico che rumoreggia per la fallosità dei bianconeri. Dopo cinque minuti di pressione gallese, Giammarioli (entrato nella ripresa) riesce a ripartire e ad alleggerire la pressione, ma un tenuto dà nuovamente la palla ai blucelesti e permette loro di tornare immediatamente nei 22 ducali. Zebre in difficoltà, che ricorrono ai calci – insolito per il team targato Bradley – pur di uscire dalla loro zona rossa. Ma al 50′ è il piede gallese, dopo l’ennesimo fallo fischiato agli italiani, a concedere ai Blues una touche ai 5 metri. La maul dei padroni di casa accompagna il tallonatore Matthew Rees oltre la linea di meta: 23-3, con il palo che respinge il tentativo di trasformazione.
I bianconeri superano per la prima volta la metà campo palla alla mano al 15′ del secondo tempo, con una bella azione firmata Fabiani, Canna e Bellini. L’ovale viene però perso a causa di un intercetto da parte dei padroni di casa, da cui prende vita una sfida in velocità: Morgan prova a superare Minozzi al piede, ma l’estremo azzurro riesce ad avere la meglio. Si arriva a metà della ripresa con i blucelesti che controllano senza troppi problemi il match e i ducali che non riescono a cambiare marcia, nonostante le forze fresche messe in campo da Bradley (Di Giulio out per infortunio).
Arriva quindi la quarta meta dei padroni di casa: touche sui 22, maul che avanza, qualche passaggio in velocità a spostare il gioco dall’altro lato del campo e scambio finale spettacolare tra Scully e Morgan a ridosso della linea di meta italiana. L’estremo gallese segna e Shingler trasforma. Cardiff chiude ancora in avanti: un break sull’out sinistro manda questa volta in meta Tom James. E ancora Shingler è preciso al piede, nonostante la posizione molto angolata: 37-3.
Il finale è di marca bianconera, che cerca la meta della bandiera. Dopo aver premuto per alcuni minuti nei 22 gallesi, è Palazzani a schiacciare sfruttando una punizione battuta velocemente.
Zebre Rugby: Matteo Minozzi, Giulio Bisegni, Mattia Bellini, Tommaso Castello (c), Gabriele Di Giulio, Carlo Canna, Marcello Violi, Derick Minnie, Johan Meyer, Giovanni Licata, Valerio Bernabò, Leonard Krumov, Eduardo Bello, Oliviero Fabiani, Sami Panico.
A disposizione: Luhandre Luus, Andrea De Marchi, Dario Chistolini, Jacopo Sarto, Renato Giammarioli, Guglielmo Palazzani, Serafin Bordoli, Ciaran Gaffney.
Marcatori Zebre
Mete: Palazzani (75)
Conversioni:
Punizioni: Carlo Canna (9′)
Cardiff Blues: Matthew Morgan; Aled Summerhill, Garyn Smith, Willis Halaholo, Blaine Scully; Steve Shingler, Lloyd Williams; Nick Williams, Ollie Robinson, Josh Turnbull, Damian Welch, Macauley Cook, Taufa’ao Filise, Matthew Rees, Gethin Jenkins (c).
A disposizione: Kirby Myhill, Corey Domachowski, Keiron Assiratti, George Earle, Sion Bennett, Tomos Williams, Ben Jones, Tom James.
Marcatori Cardiff
Mete: Lloyd Williams (6′), Willis Halaholo (19′), Matthew Rees (51′), Matthew Morgan (62′), Tom James (64′)
Conversioni: Steven Shingler (21′, 62′, 64′)
Punizioni: Steven Shingler (24′, 28′)
di Francesco Rasero
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