I Pumas partono con i favori del pronostico, toccherà agli Azzurri ribaltarlo. Calcio d’inizio alle 15, diretta tv su DMAX
Tra l’Italrugby e Firenze sembra essere nato qualcosa di speciale negli ultimi anni. Non per l’ambiente, che non è più caldo di altri, né per un’affluenza particolarmente significativa all’Artemio Franchi. Banalmente, a rendere affascinante il quarto appuntamento della Nazionale nella città gigliata è qualcosa di meno astratto e meno retorico, forse anche poco artistico (che con Firenze sarebbe calzato a pennello): le prestazioni rognose e i risultati. Dopo un esordio ‘normale’ nel 2010 contro l’Australia (14-32), il Franchi è stato teatro di due partite epiche: la prima nel 2012, con i Wallabies vittoriosi 19-22 e Orquera che manca i pali allo scadere, e la seconda appena un anno fa, con la spallata di Venditti al sudafricano Jantjies come cartolina da tramandare ai posteri. A proposito della vittoria contro gli Springboks, giovedì in conferenza O’Shea ha preferito allontanare il ricordo di quell’impresa: “È stata una partita speciale per me e per tutti, ma ormai è storia”. Dalla storia, tuttavia, si può sempre imparare a gestire il presente, che per gli Azzurri ha le fattezze dell’Argentina.
Alzare l’asticella
La prima stagionale contro le Fiji è stata ampiamente sopra la sufficienza per gli Azzurri, bravi a regolare e a disinnescare un avversario che, se messo in moto, poteva rivelarsi devastante per una squadra alla ricerca di punti fermi come l’Italia. Alla fine, complice anche l’indisciplina e gli errori figiani, Parisse e soci hanno potuto portare a casa il risultato senza nemmeno produrre il massimo dello sforzo, visto il sostanzioso contributo degli ospiti.
È innegabile, però, che contro i Pumas sarà necessario compiere dei progressi, specialmente in quelle aree di gioco in cui gli Azzurri non sono stati granché sollecitati dalle Fiji: l’adattamento ad una difesa più organizzata e aggressiva, la lotta nel breakdown e in generale la tenuta difensiva azzurra dopo tante fasi di gioco. Gli uomini di O’Shea si troveranno di fronte una squadra decisamente più tecnica rispetto alle Fiji, se per tecnica comprendiamo anche quella nei placcaggi, nel contendere il pallone, nel caricare sulla linea e in mischia ordinata.
In tempi recenti, hanno sviluppato una certa propensione anche nel creare mete dal nulla, sfruttando le capacità individuali di talenti come Tuculet, Boffelli, Orlando, Creevy e Matera (senza dimenticare Lezana che però non sarà presente a Firenze per problemi familiari), favoriti dalla grande libertà concessa da Hourcade ai propri giocatori in fase offensiva. Questa emancipazione nel gioco si riflette nei punti segnati dai Pumas, capaci anche nelle partite più negative di toccare quota 20 nel tabellino. In stagione soltanto tre volte gli argentini sono rimasti al di sotto di questa soglia: contro il Sudafrica, quando gli Springboks sembravano essere in forte ascesa, contro gli All Blacks e una settimana fa contro l’Inghilterra, dove si sono fermati a 8. Ed è ragionevole pensare che contro un avversario di livello più basso come gli attuali Azzurri le cose possano cambiare.
– Come gioca l’Argentina: punti di forza e debolezze
Come creare una giornata difficile
La sfida più grande per la Nazionale sarà proprio quella di limitare le bocche di fuoco biancocelesti, abituate a lavorare insieme da mesi considerando i Jaguares e il Rugby Championship, e al contempo di trovare soluzioni convincenti e credibili per il proprio attacco. A Catania si è vista un’Italia brillante nel gioco aperto soltanto per venti minuti, ma anche in quell’inizio di partita più vivace si poteva notare la scarsa profondità della squadra e una disposizione troppo piatta in alcuni frangenti, che consentono alle difese di poter leggere più facilmente la situazione. Con dei Pumas sempre pronti ad azzannare la preda in uscita dai blocchi, O’Shea dovrà necessariamente implementare nuove strutture più efficaci.
La vera chiave di volta, tuttavia, potrebbe essere la pazienza, come sottolineato dallo stesso CT irlandese. L’Argentina è abituata a tenere quasi sempre il piede premuto sull’acceleratore, ma se gli Azzurri riuscissero a rallentare e a sedare la furia sudamericana in prima battuta ecco che a prendere il sopravvento potrebbe essere «el lado oscuro de la Fuerza», caratterizzato da frenesia, ingenuità e indisciplina, tratti tipici dei Pumas nelle giornate più difficili. Costruirne una da dimenticare sarà il compito dell’Italia.
Kick-off alle ore 15, diretta tv su DMAX (canale 52 sul digitale, 28 sul TivùSat, 136 e 137 su Sky) a partire dalle 14:15 su Rugby Social Club, condotto da Daniele Piervincenzi e Paul Griffen. La partita sarà trasmessa anche in streaming sulla piattaforma DPLAY.
Le formazioni
Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Leonardo Sarto, 13 Tommaso Boni, 12 Tomasso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Carlo Canna, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Abraham Steyn, 6 Francesco Minto, 5 Dean Budd, 4 Marco Fuser, 3 Simone Ferrari, 2 Luca Bigi, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Leonardo Ghiraldini, 17 Federico Zani, 18 Dario Chistolini, 19 Federico Ruzza, 20 Giovanni Licara, 21 Tito Tebaldi, 22 Ian McKinley, 23 Matteo Minozzi
Argentina: 15 Joaquin Tuculet, 14 Sebastian Cancelliere, 13 Matias Orlando, 12 Santiago Gonzalez Iglesias, 11 Emiliano Boffelli, 10 Nicolas Sanchez, 9 Martin Landajo, 8 Juan Manuel Leguizamon, 7 Marcos Kremer, 6 Pablo Matera, 5 Tomas Lavanini, 4 Matias Alemanno, 3 Nahuel Tetaz Chaparro, 2 Agustin Creevy (c), 1 Santiago Garcia Botta
A disposizione: 16 Julian Montoya, 17 Lucas Noguera, 18 Enrique Pieretto, 19 Guido Petti, 20 Banjamin Macome, 21 Gonzalo Bertranou, 22 Juan Martin Hernandez, 23 Matias Moroni
Arbitro: Jaco Peyper
Assistenti: Glen Jackson (New Zealand), Pierre Brousset (France)
TMO: Brian MacNeice (Ireland)
Daniele Pansardi
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