Finisce 17-22. Dark Blues sconfitti ma che superano la prova di maturità. Grande spettacolo in un BT Murrayfield esaurito da luglio
EDIMBURGO – La Scozia aspettava gli All Blacks da tre anni e, come successo nel 2014, anche stasera il pre-partita è davvero spettacolare, con luci spente al BT Murrayfield e fuochi d’artificio. Doddie Weir, ex seconda linea della Scozia che sta lottando da qualche tempo contro la SLA, entra in campo a portare l’ovale con cui si giocherà la gara.
Barrett dà poi il via al match, che la Scozia approccia subito in maniera più che determinata. Hogg suona la carica con un paio di penetrazioni interessanti (e con un calcio di avanzamento chirurgico al 10′ che ricaccia gli All Blacks nei loro 5m) prima che Russell, dalla piazzola, mandi avanti i suoi punendo un mani in ruck di Naholo (3-0 al 7′) mentre al 13′ l’apertura scozzese manda a lato da lunghissima distanza un altro calcio concesso dalla scarsa disciplina dei neozelandesi.
Nel primo quarto la Nuova Zelanda non riesce praticamente mai ad entrare nei 22m scozzesi e questo per un “concorso di cause”, che possiamo riassumere con due fattori: l’immenso sforzo difensivo scozzese sommato ad una certa lentezza dei campioni del mondo nell’entrare in partita. I Dark Blues non sono solo precisi in difesa, ma anche molto ispirati in fase offensiva – nonostante qualche errore detto dalla necessità di tenere la tensione e il ritmo altissimi.
Al 18′ l’azione che riassume il primo quarto di gara: punizione concessa dagli All Blacks al breakdown, la Scozia sceglie la penal’touche, tiene il possesso per alcune fasi e quando sembra pronta finalmente a colpire, fa sfumare l’occasione per un errore banale.
Gli All Blacks costruiscono la prima azione pericolosa al 24′, nel corso della quale conquistano ben due vantaggi e il direttore di gara dà loro la scelta: punizione davanti ai pali o sotto l’East Stand; capitan Read sceglie la seconda, Barrett va in touche, gli All Blacks passano attraverso le fasi ma la difesa scozzese tiene ancora e costringe gli avversai all’in-avanti. Nel corso dell’azione Watson è costretto a lasciare il campo (problema alla schiena), con Luke Hamilton, terza linea dei Leicester Tigers, che fa così il suo debutto in Nazionale.
Quando il gioco riparte, gli All Blacks rischiano di restare in inferiorità – ma il direttore di gara, l’inglese Carley, e il TMO non ritengono da giallo il placcaggio di Naholo su Hogg in volo per recuperare una palla alta. Carley assegna un calcio di punizione, che Russell calcia in touche. Dopo qualche fase, però, la Scozia perde l’ovale – in-avanti di Fagerson su riciclo di Price sui 5m neozelandesi.
Al 34′ la Scozia si complica la vita; prima Seymour commette una leggerezza, toccando l’ovale diretto oltre la propria linea di meta prima di annullare. Carley vede e assegna una mischia alla Nuova Zelanda, che prima si prende una punizione, poi si dimentica dell’ovale su cui si avventa Gray. La marea nera adesso cresce e al 38′ Barrett, dalla piazzola, pareggia i conti (3-3) a punire una scorrettezza di Barclay al breakdown.
A tempo scaduto la Scozia gioca per cercare la punizione ma non la trova e allora Russell sceglie il drop. L’apertura dei Warriors, però, sbaglia tutto e regala l’ultimo possesso agli avversari che non riescono comunque, dopo qualche fase e una punizione guadagnata, a mettere punti a referto. Si chiude sul 3-3 uno dei migliori primi tempi disputati dalla Scozia negli ultimi anni, in cui però i Dark Blues non sono riusciti a concretizzare la grande mole di lavoro e di occasioni create.
Nella ripresa la Scozia torna in campo con Berghan al posto di Fagerson (infortunato) e poco dopo anche Dunbar deve lasciare il campo (al suo posto entra Horne). I Dark Blues si fanno pericolosi per primi, ma sono gli All Blacks a trovare la prima meta del match al 44′ con Codie Taylor che chiude sotto il Main Stand un’azione avviata da Ioane e sfruttando l’assist – passaggio a saltare la linea – di Sonny Bill Williams. Barrett manca la trasformazione al 46′ e lascia il risultato sul 3-8.
Al 49′ anche Hamilton deve lasciare il campo e Townsend inserisce Turner, con McInally che si sposta in terza linea, ad evidenziare che il tecnico scozzese si ritrova con la coperta piuttosto corta lì davanti. Si riprende con una punizione da cui nasce la seconda meta neozelandese; penal’touche, vantaggio, ovale riciclato, assist al piede di Sonny Bill Williams su cui l’estremo McKenzie si avventa in tuffo. Barrett trasforma e gli All Blacks scappano oltre il break (3-15 al 50′).
La Scozia non molla e torna a farsi pericolosa, costringendo gli All Blacks a difendersi sulla propria linea di meta. I campioni del mondo restano in inferiorità al 60′ (giallo cumulativo a Sam Cane) e un minuto dopo la Scozia trova la meta che riapre la partita con Jonny Gray, perfetto nel pick-and-go prima di infilarsi tra Fifita e Sonny Bill Williams.
Sul 10-15 e con venti minuti da giocare la gara diventa bellissima. Il Murrayfield capisce che il momento è decisivo e si mette ad intonare ‘Loch Lomond’, cercando di spronare i quindici in campo all’impresa. Basta un niente, però, agli All Blacks per andare in meta e al 66′ Barrett chiude in tuffo un’azione lineare nata da scrum, ovale che corre veloce fino a giungere all’apertura che va come un direttissimo in meta sotto l’East Stand, prima di trasformare da posizione angolata per il 10-22.
La Scozia si ributta ancora in avanti, torna nei 22m avversari e mette ancora alle corde la Nuova Zelanda, che si trova costretta ancora all’indisciplina e a chiudere la gara in inferiorità. Al 70′, infatti, Crockett finisce nel sin-bin, quando Cane torna in campo. La Scozia sceglie la mischia in due occasioni, la Nuova Zelanda continua a concedere punizioni ma al 72′ il pack tuttonero sale in cattedra e spegne una potenziale occasione vincendo la chiusa sui propri 5m, prima di scegliere la touche nella punizione successiva.
Negli ultimi minuti l’intensità del match non cala, nemmeno quando le squadre continuano a concedere punizioni e la Scozia mette a segno una meta spettacolare con Huw Jones a chiudere un’azione in velocità impreziosita dall’ottimo passaggio al piede di Hogg, decisamente il man of the match oggi. Russell trasforma e al 78′ il punteggio è 17-22.
La Scozia ha l’ultima, grande occasione con Hogg che si invola sotto l’East Stand ma, a tempo scaduto, è costretto al passaggio in-avanti sotto pressione. Il direttore di gara fischia la fine del match. Gli All Blacks possono tirare un sospiro di sollievo, la Scozia ha passato alla grandissima il suo esame di maturità.
Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Huw Jones, 12 Alex Dunbar, 11 Lee Jones, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Cornell du Preez, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (c), 5 Jonny Gray, 4 Ben Toolis, 3 Zander Fagerson, 2 Stuart McInally, 1 Darryl Marfo
A disposizione: 16 George Turner, 17 Jamie Bhatti, 18 Simon Berghan, 19 Grant Gilchrist, 20 Luke Hamilton, 21 Henry Pyrgos, 22 Pete Horne, 23 Byron McGuigan
Marcatori Scozia
Mete: Gray (61′), H.Jones (77′)
Conversioni: Russell (62′, 77′),
Punizioni: Russell (7′),
All Blacks: 15 Damian McKenzie, 14 Waisake Naholo, 13 Ryan Crotty, 12 Sonny Bill Williams, 11 Rieko Ioane, 10 Beauden Barrett, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Vaea Fifita, 5 Samuel Whitelock, 4 Luke Romano, 3 Nepo Laulala, 2 Codie Taylor, 1 Kane Hames
A disposizione: 16 Nathan Harris, 17 Wyatt Crockett, 18 Ofa Tu’ungafasi, 19 Liam Squire, 20 Matt Todd, 21 TJ Perenara, 22 Lima Sopoaga, 23 Anton Lienert-Brown
Marcatori All Blacks
Mete: Taylor (44′), McKenzie (50′), Barrett (66′)
Conversioni: Barrett (51′, 68′)
Punizioni: Barrett (38′)
di Matteo Mangiarotti
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