Il 34enne non disputerà un’altra stagione con i Reds. A luglio aveva annunciato soltanto l’addio ai Wallabies
Stephen Moore ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica al termine dell’ultimo Test Match di novembre con la sua Australia, impegnata sabato a Edimburgo contro la Scozia. A Murrayfield andrà in scena l’ultima recita del 34enne tallonatore aussie, colonna della Nazionale nell’ultima decade con i suoi 128 cap, che lo rendono il secondo Wallaby di sempre per presenze (dietro George Gregan) e il settimo nella classifica generale della storia del rugby.
Inizialmente il capitano della nazionale australiana aveva dichiarato di voler proseguire per un altro anno con i Reds nel Super Rugby 2018, dando l’addio soltanto al rugby internazionale, ma negli utlimi mesi le cose sono cambiate. “Ho cominciato a pianificare la mia vita dopo il rugby dal momento dell’annuncio del mio ritiro dalla nazionale a luglio, e l’opportunità su cui mi stavo informando si è materializzata sei mesi prima di quanto mi aspettassi – ha detto Moore – […] Sento che è il momento giusto per concludere la mia carriera rugbistica e non vedo l’ora di vedere i progressi dei Reds sotto la guida di Brad (Thorn, ndr). Ha dimostrato negli anni di sapere cosa serve per essere il migliore al mondo. Sono molto contento di aver lavorato al fianco di Michael Cheika e orgoglioso di come Michael Hooper sta indossando la fascia di capitano dei Wallabies”.
Moore ha esordito con la maglia dell’Australia nel 2005 e ha disputato tre Coppe del Mondo, in cui ha conquistato con i Wallabies un secondo posto nel 2015 alle spalle degli All Blacks, vittoriosi nella finale a Londra. A livello di franchigie, il suo debutto con la maglia dei Reds nel Super Rugby era arrivato nel 2003; da quel momento ha collezionato 177 presenze nel torneo dell’Emisfero Sud, che gli ha permesso di arrivare al secondo posto nella classifica dei giocatori più presenze di sempre, alle spalle di Wyatt Crockett (187).
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