L’ex allenatore del Galles ha fatto il punto della situazione in salsa nera, definendo la stagione neozelandese significativa e costruttiva
I tre successi (più uno, nella gara di Lione, contro la Francia XV) nel tour di fine anno su Galles, Scozia e Francia hanno chiuso una stagione intensa per gli All Blacks, reduci dallo sfavillante successo nel Rugby Championship (sei trionfi su sei partite giocate) e dalla durissima serie pareggiata contro i Lions, a cavallo tra giugno e luglio. Il bilancio consuntivo parla di un bottino complessivo di undici (più una) vittorie, un pareggio e due sconfitte (la prima contro i Lions, la seconda contro l’Australia, nella terza sfida valida per la Bledisloe Cup, che, però, era già assegnata ai “tuttineri”). Numeri eclatanti, che hanno permesso ai neozelandesi di archiviare questo 2017 con il sorriso.
Un anno, dunque, significativo e costruttivo, anche e soprattutto a detta dell’head coach Steve Hansen, che è intervenuto ai microfoni di Sky Sports per fare il punto sulla stagione appena conclusa e in particolare sul tour novembrino. “Sono molto orgoglioso di questo gruppo. Abbiamo avuto una dozzina di infortuni e non so quante squadre avrebbero saputo sopperire ad una situazione simile. E’ stato un anno duro, ma estremamente gratificante, e lo chiudiamo con tanti ragazzi giovani che bussano sempre più alla porta degli All Blacks e avranno sicuramente lo spazio che meritano in futuro”, ha dichiarato il 58enne allenatore di Dunedin, che, poi, ha parlato pure del grande impatto difensivo dei suoi nella battaglia del Principality. “Contro il Galles abbiamo dovuto testare la nostra tenuta difensiva e devo dire di essere molto soddisfatto dell’attitudine mostrata dai ragazzi. Abbiamo approfondito in modo molto dettagliato la nostra conoscenza dell’attacco gallese, proprio per farci trovare pronti”, ha concluso l’ex Canterbury.
Ora il meritato riposo per la truppa nera, in vista di un 2018 che sarà l’ultimo anno di preparazione prima di un mondiale giapponese che ormai si staglia all’orizzonte. Un anno che si aprirà, come di consueto a fine inverno europeo, con un Super Rugby sempre più terreno di caccia prediletto delle franchigie neozelandesi, e potrebbe rivelarsi quello della consacrazione definitiva di talenti folgoranti come Ioane e McKenzie o dell’esplosione di giovani in rampa di lancio come Aumua.
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