Le Aussies vincono l’oro femminile, mentre i Blitzboks si confermano il miglior team maschile
Conferme e sorprese nella prima tappa delle Sevens World Series 2017-2018, disputata a Dubai.
Il torneo maschile ha visto ancora una volta il dominio del Sudafrica, con All Blacks, Inghilterra e Fiji a contendersi le posizioni di alta classifica e uno scivolone delle squadre nordamericane. Nel femminile, invece, è la Nuova Zelanda a uscire a sorpresa dalle “top four”, con le campionesse olimpiche australiane che tornano al vertice mentre Usa e Russia conquistano gli altri gradini del podio.
Nelle Women’s Sevens Series, l’Australia vince l’oro con un perentorio 34-0 sugli Stati Uniti, ma proprio le giocatrici a stelle e strisce sono la principale rivelazione del torneo d’esordio negli Emirati. Ai quarti di finale, infatti, superano per 14-12 la Nuova Zelanda, costringendo le Black Ferns -campionesse uscenti e favoritissime anche alla vigilia- a lottare per la quinta posizione. Brillante risultato anche per la Russia, che chiude al terzo posto, sconfitta solo dagli Usa in semifinale ma vincitrice della “finalina” contro le più quotate canadesi.
La finale è a senso unico: l’italo-australiana Emma Tonegato (poi nominata “Player of the match”) apre le marcature per le Aussies, al termine di un’azione corale costruita insieme a Charlotte Caslick ed Emilee Cherry. La seconda meta nasce da un break solitario di Sharni Williams; quindi ci pensa Evania Pelite, ottimamente servita da Tonegato, a chiudere il primo tempo sul 17-0. Nella ripresa, stessa musica: prima è Cherry a segnare, poi incrementa ancora due volte il punteggio Dominque du Toit. Dalla piazzola Emma Skyes chiude il match con un tasso di conversione 2/6.
Meno scontata la sfida per il terzo posto, con la Russia in grande spolvero che si impone su un Canada già battuto in semifinale (25-7) proprio dalle australiane. Prima frazione chiusa in parità 5-5, con mete di Baizat Khamidova e Jen Kish. A risolvere il match -con una spettacolare azione in velocità- è la giovanissima stella Elena Zdrokova, 20 anni e già 49 mete all’attivo nelle Series, di cui ben sette messe a segno nella tappa appena conclusa.
Solo quinte le neozelandesi, che dopo la débacle con gli Stati Uniti (prima sconfitta in undici mesi) trovano immediato riscatto battendo 43-0 la Spagna e 24-0 la Francia (match chiuso da tre mete di Portia Woodman e una di Michaela Blyde, le due giocatrici recentemente nominate “Player of the Year 2017” da World Rugby). WonderWoodman si conferma comunque una giocatrice di livello superiore, realizzando nove mete nel corso del weekend e superando “quota 150” in carriera nelle Series di Seven.
Settimo posto per una buona Spagna, che ha ragione di un’Inghilterra ancora troppo discontinua, e trofeo Challenge all’Irlanda, che supera 24-7 il Sudafrica.
Il Dream Team del weekend femminile a Dubai include le australiane Tonegato e Pelite, l’americana Kelter, le russe Zdrokova e Khamidova, la canadese Greenshields oltre all’immancabile Woodman.
I risultati
Quarti di finale
Nuova Zelanda 12-14 Stati Uniti
Canada 24-19 Francia
Russia 20-7 Spagna
Inghilterra 12-29 Australia
Semifinali
Stati Uniti 21-12 Russia
Australia 25-7 Canada
Finalle 3/4 posto
Russia 10-5 Canada
Finale
Stati Uniti 0-34 Australia
Anche l’esordio delle Series maschili riserva qualche sorpresa fin dalla prima giornata, a partire da una pessima prestazione degli States. Le Eagles, al primo match, perdono per infortunio la stella Perry Baker, che domenica aveva ritirato il premio come Sevens Player of the Year 2017, e incassano quindi una tripla sconfitta nei gironi. Non va meglio il secondo giorno: altri due k.o. e ultimo posto in classifica generale insieme alla Russia. Male anche il Canada (12esimo), mentre la Francia si aggiudica il Challenge Trophy (valido per il nono posto) battendo la Spagna. Nella parte alta del tabellone, invece, l’Australia chiude quinta davanti a Samoa, Kenya e Scozia.
La sfida per il terzo posto mette di fronte Inghilterra e Fiji: 28-21 il risultato finale a favore delle Red Roses, che portano così a casa la medaglia di bronzo, al termine di una partita che li vede quasi sempre in vantaggio sui campioni olimpici in carica.
La finale maschile è una sfida tutta di marca emisfero sud, con i neozelandesi a fronteggiare un Sudafrica che fin dai gironi ha dimostrato di essere ancora la squadra da battere, anche grazie all’alto livello di esperienza internazionale dei suoi giocatori. Inizio in salita per gli All Blacks, in inferiorità numerica al 2’ per un giallo a Ravouvou. I Blitzboks non si fanno sfuggire l’occasione e, prima con Snyman poi con Senatla, bucano due volte la difesa tuttanera. Prima dello scadere, arriva ancora la terza meta, firmata Smith: si va a riposo sul 19-0. Nella ripresa, scatto d’orgoglio neozelandese e giallo per Specman. A rapporti di forza invertiti, Knewstubb e Curry accorciano le distanze sul 19-12. I sudafricani riescono però a gestire la restante parte della gara, andando ancora a segno nel final play con Agaba. 24-12 il finale e i detentori del titolo ripartono nuovamente dalla vetta della classifica.
Dream Team a maggioranza sudafricana -con Cecil Afrika, Seabelo Senatla e Kwagga Smith- quindi Joe Ravouvou (Nuova Zelanda; sarà sq), James Rodwell (Inghilterra), Alamanda Motuga (Samoa) e Darcy Graham (Scozia). Da segnalare anche la grande prestazione di Solomon Okia, che con otto mete all’attivo e 12 break ha consentito all’Uganda di ben figurare al Sevens Stadium di Dubai. Otto mete anche per l’inglese Dan Norton, che sale a 269 marcature in carriera, rafforzando ancora il suo primato nella classifica “all times” delle World Series.
I risultati
Quarti di finale
Sudafrica 26-10 Samoa
Fiji 35-24 Scozia
Nuova Zelanda 14-12 Kenya
Inghilterra 26-19 Australia
Semifinali
Sudafrica 12-7 Fiji
Nuova Zelanda 14-5 Inghilterra
Finalle 3/4 posto
Fiji 21-28 Inghilterra
Finale
Sudafrica 24-12 Nuova Zelanda
Prossimi appuntamenti il 9 e 10 dicembre a Città del Capo per il torneo maschile e il 26-28 gennaio 2018 a Sidney per il femminile.
Francesco Rasero
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