Il mediano di mischia evidenzia pregi e difetti dei Leoni. E indica la via verso le vittorie di prestigio
Tre indizi fanno una prova: il Benetton ha scalato diversi gradini nel panorama del rugby europeo, ma manca ancora l’ultimo, quello in grado di proiettare i Leoni verso successi dal peso specifico elevatissimo. Poco male, anche alla luce della situazione della franchigia italiana nell’ultimo paio di annate, eppure questi K.O. a testa alta, che in altri tempi, anche recentissimi, avrebbero reso fiero l’ambiente, iniziano a stare stretti ad una formazione sempre più convinta dei propri mezzi e pronta per un ulteriore salto di qualità.
La sconfitta bruciante in casa con Tolone, e quelle esterne altrettanto dolorose con Ulster (in Pro14) e Scarlets, si assomigliano tutte sinistramente. La squadra di Crowley si è sempre dimostrata all’altezza della situazione contro tre squadre di prima fascia del panorama continentale per 75/78 giri d’orologio, finendo, però, per capitolare sull’ultima azione offensiva portata dagli avversari. Sulla situazione del club trevigiano è intervenuto, sulle colonne de la Tribuna di Treviso, uno dei referenti più importanti della mediana del Benetton, il numero 9 Tebaldi.
“Detto senza polemica, forse i media ed i tifosi si stanno abituando un po’ troppo bene: a Llanelli dopo 10 minuti eravamo 0-14 e con un rosso, in passato sarebbe finita 0-60, stavolta eravamo andati meritatamente in vantaggio e, pur perdendo, abbiamo portato a casa due punti, che avrebbero poto essere tranquillamente il doppio. Però è vero che non siamo abituati a recitare la parte della favorita, e qui mi viene in mente Edimburgo a Monigo. Talvolta c’è una pressione che non siamo ancora capaci di gestire”, ha dichiarato il ragazzo nocetano.
Il 30enne ex Harlequins, poi, ha parlato anche della sfida in arrivo sabato, la rivincita contro i gallesi di Pivac: “Sarà una partita molto delicata, gli Scarlets sicuramente sono più quotati di noi, è la squadra che ha vinto l’ultimo Pro 12 ed a Monigo arriverà agguerrita, dopo aver corretto gli errori che pure loro hanno commesso a Llanelli”. Una gara, quella di Monigo, dal valore inestimabile. Un test importantissimo per il XV veneto, anche e soprattutto dal punto di vista mentale. La banda Crowley riuscirà a ricaricare le pile dopo il sontuoso match in Galles? Vincere una partita del genere rappresenterebbe l’ideale salto su quell’ultimo gradino nella scala della crescita, e manterrebbe clamorosamente aperto anche il discorso qualificazione (almeno stando alla matematica) alla seconda fase del torneo.
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