Finisce 18-17. Prima sconfitta per i Glaswegians, sabato per i Knights il primo match point per la 1872 Cup
EDIMBURGO – Stasera al BT Murrayfield c’è in palio un terzo della 1872 Cup, la coppa che Edinburgh e Glasgow si contenderanno nel 160esimo InterCity Derby scozzese e che da quest’anno, alla luce della riforma del torneo (ex) celtico, si gioca su tre gare – due in programma alla Highland Cathedral, una allo Scotstoun Stadium, quella di sabato prossimo.
Entrambi gli head coach sono al debutto nell’Inter-City Derby ed entrambi hanno, ovviamente, voglia di tenere vivo il ‘momentum’ che sono riusciti a creare, Edinburgh con i buoni risultati europei che hanno contribuito a far crescere morale e fiducia nei rossoneri, i Warriors con la serie (ancora aperta) di dieci vittorie in altrettante gare di Guinness PRO14.
Nessun cambio nelle formazioni, con Rizzo tornato a Leicester e Sarto infortunato l’unico azzurro in campo è Samuela Vunisa e parte al centro della terza linea dei Glaswegians; c’è un cambio dell’ultimissima ora per Edinburgh, con capitan Fraser McKenzie costretto al forfait – al suo posto, in panchina, Lewis Carmichael.
Fuochi d’artificio all’ingresso in campo delle squadre, buon pubblico sugli spalti e, dopo due minuti, Huw Jones va in meta. Penal’touche per fallo in ruck di Edinburgh, palla a Seymour che trova la linea di corsa giusta e manda fuori giri la difesa rossonera prima di servire al centro, che stasera gioca il suo primo derby, l’assist giusto per mandarlo in meta. Peter Horne trasforma e i Warriors conducono già (0-7).
Edinburgh prova a rispondere subito ma al 5′ resta in inferiorità quando Simon Berghan viene pescato dal TMO a scalciare Fraser Brown in un raggruppamento. Il direttore di gara, l’irlandese Murphy (alla decima direzione in PRO14) mostra al pilone rossonero il cartellino rosso, ponendo Edinburgh di fronte ad una montagna da scalare con settantacinque minuti ancora da giocare.
Edinburgh subisce il colpo, ovviamente, ma riesce comunque a non mollare, conquista tre punizioni consecutive (l’ultima dentro i 22m avversari) e accorcia le distanze al 16′ con un piazzato di Hidalgo-Clyne (3-7). Il pack rossonero, che già alla vigilia era indicato come il loro punto di forza – mentre il reparto dei trequarti era quello dei Glaswegians – domina in mischia chiusa, regalando punizioni che tolgono pressione sulle spalle dei padroni di casa consentendo loro di alzare anche il baricentro.
Il secondo quarto di gara vive di fiammate e di errori che entrambe le squadre commettono, affidandosi troppo al piede tattico invece di attaccare palla in mano la difesa avversaria. Attorno alla mezz’ora Jaco van der Walt, al debutto casalingo, prova mettersi in mostra con una bella avanzata sotto l’East Stand ma viene fermato poco fuori i 22m avversari da un intervento fortunoso di Seymour che cadendo tocca l’ovale col piede facendo perdere il possesso all’apertura sudafricana. I Warriors, scampato il pericolo, si svegliano e chiudono la prima frazione sui 5m di Edinburgh, scegliendo sempre la mischia chiusa ogni volta che ottengono una punizione. La loro scommessa, non paga perchè il pack rossonero reagisce bene; i Warriors hanno ancora un possesso con una touche sui 5m dei padroni di casa, a tempo scaduto ma non riescono a trovare la meta nonostante la touche venga giocata benissimo perchè dopo qualche fase Dunbar perde l’ovale in avanti. Hidalgo-Clyne calcia sugli spalti e le squadre vanno a riposo sul 3-7.
Anche nella ripresa la gara stenta a decollare e il tabellino si muove al 47′ con un piazzato di Peter Horne, oggi non proprio uno dei migliori in campo, che al 47′ punisce dalla piazzola una scorrettezza di Edinburgh in chiusa (3-10); quattro minuti dopo gli risponde Hidalgo-Clyne da quasi cinquanta metri riportando sotto i suoi (6-10).
Rennie toglie Dunbar inserendo Finn Russell, con Horne che si sposta al centro e poco dopo toglie Seymour per far spazio a Matawalu; l’head coach neozelandese prova a dare vitalità ai suoi che sembrano incapaci, nonostante l’uomo in più, di prendersi in mano la gara – anche per merito della difesa di Edinburgh, che al 55′ però capitola sotto la spinta di una rolling maul nata sotto l’East Stand e chiusa al meglio da Scott Cummings.
Russell trasforma portando il vantaggio dei suoi oltre il break (6-17) per la prima volta nel match ma Edinburgh non molla, ancora una volta, e si ributta in attacco con grande carattere, trovando al 61′ la meta che riapre il match; penal’touche, rolling maul fermata ad un niente dalla linea, il neo-entrato Nathan Fowles è furbo nel pick-and-go e beffa la retroguardia avversaria. van der Walt trasforma senza problemi cancellando il secondo tentativo di fuga dei Glaswegians (13-17).
I Warriors non possono permettersi di non vincere questa gara, per la classifica, per eguagliare il record di Ulster (undici successi consecutivi, che resiste dal 2012/’13) ma, soprattutto, perchè hanno giocato praticamente tutta la gara in superiorità numerica. Finn Russell al 65′ prova a fare il “fenomeno” ma il passaggio al piede su Lee Jones è, per pochissimo, troppo lungo.
I Warriors continuano a spingere ma commettono troppi errori, tenendo vive le speranze di Edinburgh che si è comunque strameritato il diritto di rimanere in partita fino alla fine. Al 75′ da una punizione nasce un’azione che si porta in dote un altro calcio di punizione, una touche sui 5m dei Glaswegians e fa ruggire il BT Murrayfield (pubblico record oggi per le gare di 1872 Cup con 23,833).
Chris Dean è l’eroe di giornata, perchè recupera l’ovale dalla ruck e va a schiacciarlo oltre la linea di meta avversaria a tempo praticamente scaduto. Il Murrayfield esplode, van der Walt si prende tutto il tempo del mondo per calciare la trasformazione e il cronometro diventa rosso. L’ovale non va tra i pali, ma il direttore di gara fischia la fine del match. Finisce 18-17.
Edinburgh, in 14 per 75 minuti, ha fatto l’impresa. I Warriors interrompono nel peggiore dei modi la loro striscia positiva, settimana prossima allo Scotstoun Stadium dovranno vincere se non vogliono perdere anche la 1872 Cup.
Edinburgh Rugby: 15. Blair Kinghorn 14. Dougie Fife 13. James Johnstone 12. Phil Burleigh 11. Duhan van der Merwe 10. Jaco van der Walt 9. Sam Hidalgo-Clyne 1. Rory Sutherland 2. Stuart McInally (C) 3. Simon Berghan 4. Ben Toolis 5. Grant Gilchrist 6. Viliame Mata 7. Hamish Watson 8. Cornell du Preez
a disposizione: 16. Neil Cochrane 17. Murray McCallum 18. Matt Shields 19. Lewis Carmichael 20. Jamie Ritchie 21. Nathan Fowles 22. Chris Dean 23. Darcy Graham
mete: Fowles (61′), Dean (78′)
trasformazioni: van der Walt (61′)
punizioni: Hidalgo-Clyne (16′, 51′)
Glasgow Warriors: 15. Ruaridh Jackson 14. Tommy Seymour 13. Huw Jones 12. Alex Dunbar 11. Lee Jones 10. Peter Horne 9. Ali Price 1. Jamie Bhatti 2. Fraser Brown 3. Zander Fagerson4. Scott Cummings 5. Jonny Gray (C) 6. Robert Harley 7. Matt Smith 8. Samu Vunisa
a disposizione: 16. Pat MacArthur 17. Oli Kebble 18. Siua Halanukonuka 19. Kiran McDonald 20. Chris Fusaro 21. Henry Pyrgos 22. Finn Russell 23. Niko Matawalu
mete: Jones (2′), Cummings (55′)
trasformazioni: Horne (3′), Russell (56′)
punizioni: Horne (47′)
di Matteo Mangiarotti
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