Analizziamo quanto successo a Monigo, provando a proiettarci sulla gara del Lanfranchi
Manifesti ideologici
Nei giorni precedenti all’attesissimo derby di Monigo, il primo nell’ambito del doppio confronto natalizio, ci eravamo a lungo soffermati sulle identità definite ed alquanto distanti, l’una dall’altra, di Benetton Treviso e Zebre. La gara disputata in veneto ha confermato e, probabilmente, pure rinvigorito tutte le premesse. I Leoni si sono dimostrati abili nell’uso sapiente e mai banale del calcio tattico, riuscendo quasi sempre, nell’arco degli ottanta minuti, a tenere sotto pressione i rivali parmigiani.
La banda di Crowley, poi, ha saputo concretizzare al meglio le proprie apparizioni in zona punti, trovando molto spesso la porta giusta per entrare in area di meta. Una volta dentro i 22 rivali, il Benetton ha portato cariche per linee verticali estremamente efficaci per fissare la difesa avversaria, affidando poi ad un Banks ispirato (non dalla piazzola, però) la gestione di ovali di qualità, tramutati in oro principalmente da Esposito.
Le Zebre, invece, anche per bocca del loro head coach, hanno filosoficamente mantenuto il proprio stile di gioco, cercando di muovere il pallone alla mano praticamente in ogni zona del campo, per provare a sfilacciare e prendere d’infilata la difesa dei padroni di casa. Canna libero di inventare, Minozzi pronto, con le sue gambe esplosive, a distruggere il castello difensivo avversario. Un game plan che non è mutato nemmeno dopo il rosso a Meyer, che ha costretto gli ospiti a giocare gli ultimi 25 minuti del match in inferiorità numerica.
Una scelta che si è rivelata, almeno sulla singola gara, non vincente: un poco per l’organizzazione difensiva trevigiana di buonissimo livello, un poco anche per alcuni errori zebrati, assolutamente letali in fase di definizione. Va anche detto che, molto probabilmente, senza il rosso in avvio di ripresa, il repentino calo fisico non si sarebbe presentato in faccia alle Zebre, con cotanto vigore, attorno al minuto 65, impedendo così ai ragazzi di Bradley di giocarsi le proprie carte sino al fischio finale.
Insomma, la gara di Monigo é stata una sorta di manifesto ideologico delle due compagini italiane, che, di fronte ai circa 4000 tifosi giunti sugli spalti trevigiani, hanno messo in mostra, senza veli, tutte le loro caratteritiche peculiari, nel bene e nel male.
Cosa modificare in vista del ritorno?
In casa Benetton, tra un panettone ed un pandoro, si lavorerà certamente sulla rimessa laterale. Inammissibile a questi livelli, infatti, perdere così tante touche con lancio a proprio favore. Sarà interessante scoprire quale tallonatore sceglierà Crowley nel XV iniziale. L’ipotesi più credibile è che possa lanciare Faiva sin dall’inizio, con il neozelandese galvanizzato dalla meta di sabato.
Bradley, invece, chiederà ai suoi più attenzione sui dettagli, anche minimi, che sono costati la sconfitta in veneto. Al Lanfranchi servirà molta più prontezza nel placcare gli avversari, ancor più dentro i propri 22, e una pulizia più elevata anche nell’esecuzione con l’ovale in mano. Difficile non pensare, almeno per un attimo a quella palla persa in avanti da Boni in avvio di gara, con un’autostrada spalancata davanti al centro della nazionale. Una meta in quel frangente, probabilmente, avrebbe scalfito le certezze dei Leoni, che, invece, sono sempre rimasti al timone dell’incontro.
Cosa aspettarci dalla gara di ritorno?
Le Zebre, in casa, hanno dimostrato di poter alzare ulteriormente la qualità della propria esecuzione, sostenute anche dal calore del pubblico. Il fattore casalingo, dunque, fa leggermente propendere i favori del pronostico verso la compagine ducale, che, paradossalmente, nonostante punteggio e posizione in classifica peggiori nella propria conference (quella A), è più vicina alla spareggio per la Champions Cup di quanto non lo siano i Leoni. La sensazione forte, comunque, è che lo spartito tattico possa rimanere pressoché invariato anche in Emilia.
Aspetto disciplinare
Una partita importante si giocherà anche giovedì 28, quando Meyer (elemento chiave della terza linea parmigiana) si presenterà, in videochiamata, di fronte alla commissione disciplinare del Pro14. In quella sede verrà comminata la sanzione al sudafricano in relazione ai controversi fatti accaduti sabato. L’arbitro Mitrea e il TMO hanno valutato un suo presunto calcio, da terra, nei confronti di Budd meritevole del cartellino rosso. Giovedì, invece, spetterà al panel disciplinare stabilire, sempre se dovesse esserci un’ulteriore pena, la durata di un eventuale periodo di squalifica.
Matteo Viscardi
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