Il (nuovo) seconda linea biancoverde ha parlato dell’ultimo derby e del gioco bianconero: “Un po’ al limite per mettere pressione”
La vittoria nel derby d’andata contro le Zebre hanno dato nuova linfa al Benetton Treviso. che ritrova morale dopo la bruciante sconfitta rimediata dagli Scarlets nell’ultima giornata di Champions Cup. I Leoni non vincevano dallo scorso 7 ottobre contro i Kings, ma più dell’astinenza da successo era importante lanciare un segnale di vita ai tifosi del Monigo, delusi dalle ultime negative prestazioni casalinghe. “Vincere questa partita è stato fondamentale – spiega Alessandro Zanni in un’intervista a Il Gazzettino di Treviso – Era da un po’ che non ci riuscivamo, venivamo da prestazioni altalenanti, buone partite ma non così continue”.
La crescita del rendimento è naturalmente una conditio sine qua non per continuare a progredire, come fatto in questi mesi di alti e bassi. “Dovremo lavorare per migliorare un po’ in tutto. In touche dovremo essere più performanti, in certi momenti dovremmo imporre di più il nostro ritmo; in difesa abbiamo commesso qualche errore. Come Budd prima di lui, anche Zanni fa il punto sulle difficoltà in touche palesate contro le Zebre, per certi versi inaspettati se si pensa alla solidità dimostrata in rimessa laterale nel corso della stagione fin qui. “Penso si sia trattato di un episodio. Solitamente abbiamo le percentuali a nostro favore, con le Zebre invece siamo andati sotto la media. Bravi loro ma lo ritengo un incidente di percorso e non sarei tanto preoccupato”.
Nell’immediato post derby, inoltre, avevano sorpreso le dichiarazioni dure di Robert Barbieri sull’atteggiamento tenuto in campo dalle Zebre, secondo il numero otto “venuti a Monigo per fare gioco sporco”. Zanni smorza un po’ i toni, ma comunque riconosce che i bianconeri abbiano giocato molto sul filo della disciplina: “Più che picchiare, penso abbiano attuato un gioco un po’ al limite per metterci sotto pressione – ha spiegato – In una sfida come questa c’è tensione, ma non credo sia stata tanto diversa da qualche altra”
Il friulano si sta ritagliando una seconda carriera in seconda linea, dimostrando la solita grande rocciosità dopo un 2017 travagliato e che lo ha visto tornare in campo soltanto a fine ottobre, ad un anno di distanza dall’ultima partita giocata. “La cosa più importante non era il ruolo, quanto tornare a giocare. Negli ultimi due anni è stata dura, ho subito infortuni importanti. Come dico spesso, è necessario che ognuno dia sempre il proprio contributo. Così sto facendo anch’io”.
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