Tra continuità e volti nuovi, una prima analisi della Nazionale proiettata verso il torneo
È iniziata ufficialmente ieri l’operazione Sei Nazioni 2018. Conor O’Shea infatti ha diramato le prime convocazioni in vista del torneo e dell’esordio fissato per il prossimo 4 febbraio a Roma, contro l’Inghilterra.
Alla fine sono stati 34 i giocatori scelti in questa prima tranche, a cui poi il tecnico irlandese applicherà un ulteriore taglio riducendo il plotone a 31 elementi.
Il rientro eccellente
A balzare subito all’attenzione di tutti è stato il ritorno di Alessandro Zanni: il giocatore del Benetton Treviso, che vanta 99 caps in azzurro (l’ultimo dei quali nel marzo 2016 contro il Galles), viene considerato come seconda linea – e non flanker, ruolo in cui ha costruito la quasi totalità della carriera con la nazionale – in un reparto che annovera fra gli altri i compagni di squadra Budd, Fuser, Ruzza e lo zebrato Biagi. Che per lui vi sia all’orizzonte un possibile ruolo alla Marco Bortolami? Venti minuti o la mezz’ora finale per un veterano che certamente non difetta di esperienza, potrebbero diventare un bel plus per l’Italia.
La prima linea… a inviti
Mentre Ghiraldini “guida” il gruppo dei tallonatori, costituito anche da Bigi e Fabiani, stante l’indisponibilità di Federico Zani è Nicola Quaglio a ottenere una nuova chiamata in azzurro fra i piloni, al fianco di Lovotti, Ferrari e Pasquali. Da non sottovalutare, poi, vi sono gli inviti Cherif Traorè e soprattutto a Marco Riccioni. L’avanti classe ’97, che l’anno scorso è stato capitano della nazionale Under 20, ha impressionato sin da subito Conor O’Shea e i suoi collaboratori, ed ora che le sue condizioni di forma stanno tornando ottimali dopo l’infortunio (possibile un suo impiego nel weekend con il Benetton Treviso) non è detto che il nativo di Teramo non possa iniziare a prendere confidenza con l’ambiente della nazionale maggiore. Per lui e per lo stesso Traore, presente in dodici partite su tredici nel Pro14 finora, questa sarà sicuramente una chance da sfruttare appieno.
Dal totem all’esordiente: il lunapark della terza linea
Sergio Parisse può mettere in fila 129 caps, Jake Polledri è alla sua prima convocazione (unico esordiente assoluto di questa tornata di convocazioni): nel mezzo passa tutto il reparto delle terze linee, che ha una media poco inferiore a 7 (6,8 per la precisione) presenze a testa.
Negli ultimi mesi, il flanker del Gloucester ha dimostrato di essere un giocatore solido e ben strutturato, dimostrando di non temere la concorrenza interna nella sua squadra (10 presenze per lui e 2 mete). Ma, anzi, ha meritato una maglia da titolare in un campionato come la Premiership, più intenso rispetto al Pro14. Dettaglio che Conor O’Shea sicuramente non sottovaluterà, visti anche i suoi trascorsi inglesi.
Mbandà invece ha finalmente smaltito i postumi dell’operazione alla spalla, che lo aveva bloccato per la finestra di novembre, e nelle Zebre ha già fatto capire di meritare una maglia da titolare, a cui prova a puntare anche il suo compagno di squadra Giammarioli. Dal Benetton Treviso arriva invece una certezza, rappresentata dalla rocciosità e caparbietà di Abraham Steyn, e un giocatore di sicuro impatto come Sebastian Negri.
Da valutare, infine, c’è l’incognita Giovanni Licata: la convocazione e il debutto a novembre, a seguito di ottime partite da permit player alle Zebre, poi il ritorno alle Fiamme Oro in Eccellenza, in un percorso che potrebbe anche penalizzare il siciliano.
A pagare l’elevato tasso di competitività interna è stato invece Francesco Minto, che sembra essere scalato indietro nelle gerarchie di Kieran Crowley al Benetton Treviso.
In regia una sola parola d’ordine: continuità
È in assoluto il reparto meno toccato dalle scelte tecniche: tre mediani di mischia e tre aperture. L’unica “novità”, se così si può definire, è quella del ritorno di Tommaso Allan dopo i problemi fisici che lo avevano attanagliato nella parte conclusiva del 2017. La coppia delle Zebre Violi-Canna, considerando anche la precedente finestra novembrina e le prestazioni nella franchigia, dovrebbe essere quella che parte davanti a tutti nelle gerarchie per il numero 9 e 10 della formazione titolare.
Trequarti: uno scacchiere tattico aperto a tante possibilità
Stando a quanto visto in stagione finora, il duo delle Zebre Castello-Boni sarà quello deputato ad occupare lo spazio riservato ai centri, anche se la crescita di Giulio Bisegni (anch’egli nel roster della franchigia emiliana) non può non essere presa in considerazione dallo staff tecnico. A garantire profondità c’è anche Tommaso Benvenuti, anche se il trequarti del Benetton potrebbe essere uno dei tre futuri tagliati per la lista definitiva del 25 gennaio.
Lo stesso Hayward, del resto, potrebbe ricoprire all’occorrenza lo spot in mezzo al campo (a novembre era stato inserito tra i centri). Il neozelandese, in ottima forma con Treviso, dovrebbe continuare ad essere l’estremo titolare, con Padovani che potrà mettere maggiore pressione sul 30enne. Per le ali, stante l’assenza dell’infortunato Esposito, Bellini e Sarto sono in prima fila per le maglie da 11 e 14, con Minozzi probabilmente proiettato ad un ruolo di utility back, come avvenuto già nei Test Match di novembre.
Michele Cassano
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