Maxime Mbandà, una persona puntuale

Il flanker ha recuperato dall’infortunio giusto in tempo, sia per le Zebre che per il prossimo Sei Nazioni

maxime mbandà

ph. Ettore Griffoni

Maxime Mbandà non ha mai tradito le attese nel corso della sua carriera. Ad ogni step del rugby italiano, che fosse l’Eccellenza o il Pro12, il terza linea milanese ha sempre alzato i suoi standard di gioco per adeguarsi alle nuove difficoltà da affrontare, dimostrando una notevole resilienza in uno sport in cui i salti di categoria rischiano – se falliti – di compromettere un intero percorso.

Nella sua ascesa è sempre stato puntuale. Non solo nel farsi trovare subito pronto da Conor O’Shea, che lo ha lanciato fin da subito nell’estate del 2016 pur non essendo ancora stabilmente in una franchigia celtica, ma anche nel recuperare dagli infortuni con il giusto tempismo. Dopo l’ultima tournée nel Pacifico, Mbandà aveva riportato un trauma alla spalla destra che aveva reso necessario un intervento chirurgico, con uno stop previsto di quattro mesi. L’ex Amatori Milano ha dovuto guardare da lontano l’ottimo inizio di stagione dei suoi compagni zebrati, così come i tre Test Match dell’Italia che molto probabilmente lo avrebbero visto grande protagonista.

Solo a giugno, infatti, Mbandà era stato uno dei migliori Azzurri nelle complicate trasferte contro Scozia, Fiji e Australia, che avevano promosso forse definitivamente il giocatore come uno dei titolari per Conor O’Shea, molto interessato alle caratteristiche fisiche e atletiche di un flanker così mobile e dinamico. Il CT irlandese lo aveva addirittura inserito nella lista dei convocati per la finestra internazionale di novembre, forse nella speranza di recuperarlo nel corso delle settimane, ma anche lui si era dovuto arrendere all’evidenza.

Nonostante questo, il ritorno in campo dopo diciassette settimane è arrivato comunque al momento giusto, a dimostrazione del rapporto speciale di Mbandà con il tempo. Non per l’Italia magari, ma per le Zebre sicuramente, che necessitavano di forze fresche vista la squadra decimata dalla concomitanza con la partita tra Azzurri e Sudafrica. E soprattutto di un ricambio per Giovanni Licata, che a dicembre sarebbe tornato alle Fiamme Oro dopo i mesi trascorsi (brillantemente) da permit player. Il solo Mbandà non è bastato per frenare l’assalto del Munster al Lanfranchi, ma in quei 40′ giocati il 24enne ha sfoggiato una parte del suo repertorio.

Cariche verticali, placcaggi trancianti e tanto dinamismo.
Un modo come un altro per annunciare il ritorno in campo

Lui e Licata non sono giocatori speculari, ma per princìpi di fondo si somigliano in quanto a mobilità, capacità di trattare il pallone e movenze in fase offensiva. Michael Bradley non avrebbe potuto chiedere di meglio, e Mbandà forse non avrebbe potuto desiderare un allenatore migliore, che potesse esaltare le sue caratteristiche in ambedue le fasi. Da quel momento, naturalmente, Mbandà non è mai più uscito dal XV titolare nel Pro14 e ha giocato sei partite consecutive dall’inizio, restando a riposo nell’ultimo turno di Challenge contro Pau.

Nelle cinque partite giocate fin qui in campionato, il milanese si è ben comportato, facendo valere la sua presenza offensiva (4 break, 9 difensori battuti, 183 metri guadagnati). Un aspetto su cui lo stesso flanker ha comunque ammesso di dover migliorare ancora: “Personalmente raggiungo buoni risultati nel placcaggio e nel lavoro sui punti d’incontro – ha dichiarato a Il Tempo – ora sto lavorando per migliorare i miei punti critici che riguardano soprattutto l’attacco”.

La strada sembra essere quella giusta, non solo per le Zebre ma anche per la sua crescita personale. Nel frattempo, il suo rientro e le buone prestazioni collezionate non hanno lasciato scampo a O’Shea, ben contento di rivedere il sorriso contagioso di Mbandà nel ritiro della Nazionale.

A due settimane dall’inizio del Sei Nazioni 2018, oltretutto, Mbandà sembra essere il principale favorito per una delle due maglie da titolare in terza linea al fianco di Sergio Parisse (l’altro candidato è Steyn). Rispetto al mese di novembre, ad uscire dalla formazione tipo potrebbe essere Francesco Minto, che dopo i Test Match è incappato in una squalifica di tre settimane che ne ha pregiudicato l’ultimo periodo, tanto da non essere incluso nella lista dei convocati. Nello stesso momento, Mbandà ha riacquistato la forma migliore, puntuale come sempre.

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