Contro il Tolone ha giocato solo ventisei minuti, importanti per capire a che punto era il suo cammino
In stagione ha giocato poco più di cinquanta minuti complessivi, tra l’altro in partite mai banali come le trasferte contro Munster e Tolone. Nessuna delle due ha lasciato ricordi indimenticabili per Marco Riccioni, anzi, ma è un segno della fiducia riposta in lui da parte di Kieran Crowley, che non ha avuto paura nel lanciarlo titolare contro i francesi nell’ultima partita di Champions Cup, pur avendo recuperato da poco dall’infortunio al menisco che lo ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. “Tornare in campo è stata una buona cosa – ha detto in un’intervista a Il Gazzettino – dopo essere stato fermo tanto tempo, rientrare dall’inizio è stato emozionante. Poi, se giochi contro Tolone, non proprio una squadra facile da affrontare, è tutto un sommarsi di cose positive che ti fanno stare bene”.
I giudizi sul suo ritorno possono essere limitati solo ai primi 26′ del match: “Dovevo prendere confidenza col terreno di gioco, con l’agonismo. Non è stata la miglior prestazione, ma non posso lamentarmi”. Durante le settimane del Sei Nazioni, con le assenze di Ferrari e Pasquali impegnati in Nazionale (dove Riccioni è stato invitato al ritiro), il pilone destro classe 1997 potrebbe ritagliarsi uno spazio importante. “Mi sento abbastanza sicuro nelle fasi statiche, magari devo rientrare un po’ negli schemi in attacco e in difesa: la partita con Tolone è anche servita per vedere a che punto sono. Pensavo di essere più indietro, invece mi sono integrato bene nel sistema”.
I prossimi mesi definiranno meglio anche le ambizioni del Benetton Treviso, al momento quinto nella Conference B del Pro14 dopo le sei vittorie conquistate. “Vincere è sempre bello e se lo riesci a fare con continuità, tutto diventa più semplice: dagli allenamenti, allo spirito con cui ti alzi la mattina e vai al campo, perché c’è la consapevolezza di poter giocare sempre per la vittoria – spiega l’ex capitano dell’Under 20 – Entriamo in campo e possiamo dire che questa partita la si può vincere, perché siamo all’altezza. Avere la confidenza per pensare di vincere anche partite di un certo livello aiuta moltissimo e questa è la mentalità che ci ha portato a conquistare dei risultati importanti”.
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