In attesa di conoscere i tempi di recupero per l’ala di Glasgow, ecco chi potrebbe prenderne il posto
L’ultimo ricordo di Leonardo Sarto in maglia azzurra è legato alla scialba prestazione in Italia-Argentina del 18 novembre scorso, in cui l’ala di Glasgow si distinse soprattutto per le sbavature in fase difensiva che per l’apporto offerto in attacco, tanto da essere sostituito al 52′ per evidente scelta tecnica. Per riscattare quella partita non indimenticabile sul piano personale, il 26enne potrebbe dover attendere ancora a lungo: come riportano Sky Sport 24 e Gazzetta.it, Sarto si sarebbe procurato la lussazione della spalla destra durante il match di Champions Cup tra Warriors e Exeter, in cui era partito titolare. Non si conoscono ancora i tempi di recupero, ma Conor O’Shea potrebbe aver perso a tutti gli effetti uno dei suoi trequarti migliori ancor prima dell’inizio del torneo.
Sarto e O’Shea
Per l padovano sarebbe il secondo Sei Nazioni consecutivo da spettatore, dopo l’edizione 2017 saltata proprio a causa di un infortunio alla stessa spalla. Escludendo le partite saltate per indisponibilità fisica, non sempre Sarto è stato tra le prime scelte di Conor O’Shea e dello staff tecnico: l’ex Zebre ha giocato solo sei partite sulle dodici in cui poteva essere selezionato dal CT irlandese, nonostante l’indiscutibile talento dell’ala e la sua pericolosità palla in mano, che lo rendono uno degli Azzurri potenzialmente più pericolosi per le difese avversarie. A Glasgow, pur non essendo sempre la prima scelta, Sarto è stato abile fin qui a ritagliarsi uno spazio importante in squadra, facendosi trovare pronto per sfruttare la grande mole di gioco prodotta in genere dai Warriors.
Alla base delle esclusioni in maglia azzurra probabilmente ci sono state soprattutto motivazioni tattiche, anche se per il Test Match contro il Sudafrica a novembre la sensazione è che O’Shea avesse voluto punire l’atteggiamento un po’ indolente della settimana precedente contro i Pumas. A prescindere da ciò, Sarto rimane una risorsa importante per l’Italia e la sua assenza (più o meno prolungata) pone questioni delicate allo staff tecnico.
Come sostituirlo
Per la sfida agli Springboks, O’Shea aveva puntato su Angelo Esposito del Benetton Treviso per rimpiazzare Sarto, ma la sorte ha riservato la rottura del legamento crociato al metaman dei Leoni, che avrebbe potuto essere la prima riserva del padovano (nonostante le caratteristiche diverse). Sempre considerando le gerarchie del mese di novembre (e con Mattia Bellini confermato dall’altra parte), il nome successivo sulla lista sarebbe quello di Matteo Minozzi, il giocatore che forse più di tutti accende l’entusiasmo di appassionati e addetti ai lavori. I motivi? La stazza anacronistica per il rugby moderno, gli elettrizzanti giochi di gambe e l’imprevedibilità dei suoi attacchi alla linea difensiva.
Al di là dello stile accattivante, Minozzi potrebbe essere l’uomo giusto anche perché aggiungerebbe alle strategie di uscita dai 22 anche un’opzione mancina, essendo lui un estremo di ruolo abile al piede; il gioco tattico, dunque, ne beneficerebbe per quanto riguarda la miglior copertura del campo. Le incognite sarebbero rappresentate dalla fase difensiva e dal suo adattamento all’ala, anche se nella mezzora giocata contro l’Argentina il 21enne aveva dimostrato di saper efficace anche in quella posizione, battendo sempre il primo diretto avversario nei pochi palloni giocabili.
La seconda soluzione plausibile porterebbe ad una maglia da titolare Giulio Bisegni, tornato in gruppo ad un anno di distanza dall’ultima volta. Il trequarti frascatano era sceso in campo con l’Italia per l’ultima volta il 26 febbraio 2017, nella celebre sconfitta della Nazionale in formato ‘The Fox’ contro l’Inghilterra. Rispetto alle uscite della stagione 2016/2017, tuttavia, Bisegni ha aggiornato il suo chip personale: da giocatore monodimensionale, apprezzato soprattutto per la difesa e poco più, il nuovo corso delle Zebre ha permesso al 25enne di passare alla propria versione successiva, facendo scoprire al movimento italiano un giocatore più completo e complesso.
Che fosse schierato centro o ala, Bisegni si è sempre dimostrato una spina nel fianco delle difese avversarie, come testimoniano le statistiche del Pro14 dove l’ex Lazio è nella Top 10 dei line break (15) e dei difensori battuti (35) con numeri di poco superiori allo stesso Minozzi. Il grande dinamismo di Bisegni non sarà certamente la risposta definitiva all’immobilismo offensivo dell’Italia, ma anche lui – come Minozzi – si adatterebbe al meglio in un reparto formato sulla carta da Zebre per quattro quinti. Con il frascatano in campo, il rovescio della medaglia sarebbe rappresentato dalle minori certezze nel gioco aereo e tattico, fasi in cui Bisegni potrebbe diventare un bersaglio delle strategie avversarie.
Tra i convocati di Conor O’Shea rientra anche Tommaso Benvenuti, tanto solido in difesa quanto incostante in fase offensiva; se non fosse stato per l’infortunio a Sarto, probabilmente il centro del Benetton sarebbe stato uno dei tre sacrificati per la composizione della lista dei 31 convocati definitivi, ma ora le cose potrebbero cambiare.
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