Il friulano ha parlato del suo ritorno in Nazionale e del suo ruolo di leader by example
Il cap numero 100 non è mai stato così difficile da raggiungere. Lo sa bene Alessandro Zanni, giunto a 99 il 19 marzo 2016 nel match Galles-Italia e da quel momento costretto ad assistere sempre da casa alle partite della Nazionale, a causa degli infortuni. Ora che il periodo nero sembra essere alle spalle, con il ritorno in campo avvenuto dopo un anno di assenza, il friulano ha riconquistato un ruolo di primaria importanza nel Benetton Treviso e, soprattutto una convocazione con l’Italia di Conor O’Shea. “È stata inaspettata, magari ripensando all’infortunio che avevo subito allo stesso ginocchio operato in passato – ha detto Zanni in un’intervista a La Tribuna di Treviso – Ritrovare la Nazionale è stata una sensazione unica, ogni volta che indossi quella maglia provi dentro di te sempre qualcosa di diverso, di speciale. Quindi sono davvero contento e spero di poter dare il mio contributo: dall’azzurro manco da tanto tempo e la voglia di ricominciare c’ è tutta”.
Superando il taglio del primo raduno di una settimana fa, per Zanni la possibilità di arrivare alla tripla cifra di presenze in azzurro è davvero concreta. Il 33enne raggiungerebbe un ristretto club formato da Sergio Parisse, Martin Castrogiovanni, Marco Bortolami, Marco Bergamasco, Andrea Lo Cicero e Alessandro Troncon, che lo rende un esempio anche per i più giovani. Una leadership by example che è nelle corde di Zanni. “In una Nazionale ci dev’essere sempre il giusto mix di gioventù ed esperienza: i giovani portano freschezza ed entusiasmo, i «vecchi» lo stesso entusiasmo, unito ad una maggiore capacità di stare in campo per aver già giocato questo tipo di partite. Il ruolo degli anziani è questo”.
Vista l’abbondanza di terze linee e la contemporanea scarsità di seconde, la grande conoscenza del gioco di Zanni ha permesso a Crowley di poter adattare l’ex Calvisano anche in un nuovo ruolo. “C’era bisogno in seconda ed ho giocato in un ruolo diverso. E sono contento lo stesso perché è una nuova esperienza, non si finisce mai di imparare”.
O’Shea ne ha subito approfittato, convocandolo proprio seconda linea in azzurro per il Sei Nazioni, che si aprirà un’Inghilterra debordante negli ultimi due anni. “Però Benetton e Zebre hanno fatto vedere che spesso riescono a giocarsela anche contro le più forti, quindi anche con la Nazionale sappiamo che esprimendo il massimo potremo fare una buona partita”. E chissà che il centesimo cap non possa arrivare proprio all’Olimpico.
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