Anthony Watson ha svelato come si sviluppano i sette giorni di ritiro della sua Nazionale
L’utility back di Anthony Watson, 28 cap con l’Inghilterra e 3 con i British & Irish Lions, ha svelato al Telegraph i dettagli giornalieri di una settimana di ritiro con la nazionale inglese.
Lunedì
“Lo senti quando ci sarà una partita nel weekend. È diverso, perché sai di doverti sforzare di più in allenamento” – spiega Watson parlando dell’inizio della settimana. Il lunedì, inoltre, è il giorno dedicato alla presentazione dei nuovi ragazzi arrivati in Nazionale, che dovranno presentarsi davanti a tutta la squadra e parlare di loro stessi. “Beno Obano (pilone di Bath, ndr) ha rappato ed è stato molto cool“.
Martedì
Il martedì? Bando alle ciance. Si scende in campo per due sessioni in campo. “In mattinata noi trequarti facciamo pesi, per poi passare ad un allenamento sulle skill. Nel pomeriggio lavoriamo su un campo ridotto e su specifiche aree di gioco”. Tra le due sessioni, se in ritiro c’è anche Elliot Daly (non è questo il caso), i ragazzi si ritrovano nella camera del trequarti dei Wasps per un caffè. “C’è anche un gruppo su WhatsApp che è usato soprattutto per organizzare riunioni; se non sei in ritiro puoi inviare un messaggio lì, per chiedere se qualcuno vuole unirsi a te. I ragazzi che non sono in Nazionale, o che non vengono confermati nel fine settimana, si estromettono dalla chat, per poi tornare eventualmente la prossima volta”.
Mercoledì
Lo stesso allenamento del giorno prima si ripete anche il mercoledì, con l’aggiunta di veloci esercitazioni tra trequarti. Nel pomeriggio la faccenda si fa ancora più seria. “Proviamo breakdown reali, e bisogna forzare ma senza compromettere l’allenamento o far male ai compagni. Bisogna trovare un equilibrio. Negli anni scorsi, al termine di questa sessione, potevi avere un’idea chiara di chi avrebbe fatto parte della squadra, ma con Eddie Jones non saprai nulla fino a quando non lo sentirai dalla sua bocca”.
Giovedì
È il giorno in cui Eddie Jones annuncia la formazione alla squadra, a meno che non si giochi di sabato. “Ad un certo punto della giornata, ci sarà un confronto faccia a faccia con lui. Non direi che sono nervoso come lo ero all’inizio, ma provo ancora una sensazione di nervosismo. Se mi viene detto che sono titolare, non vedo l’ora di scendere in campo”. È anche il giorno in cui “Eddie ti dirà esattamente cosa vuole vedere da te nel weekend. È molto specifico”. A parte questo, spiega Watson, il venerdì è generalmente un giorno di recupero, tra fisioterapista, piscina, docce fredde e crioterapia. “Il pomeriggio è libero. Io, Lawes, Joseph e Nowell andiamo spesso a cinema. Non so perché vado, pago per fare un pisolino!”
Venerdì
“Anche se Eddie ti ha parlato in prima persona, è sempre bello vedere il tuo nome sul foglio gara! Non sai mai cosa potrebbe accadere. L’allenamento è molto veloce, facciamo tutto alla velocità di una partita”. Rispetto al resto delle sessioni, il modo di allenarsi in cambia in base alla propria titolarità o meno. “Se partirai dal primo minuto, dovrai sapere esattamente come si svilupperanno le cose dall’inizio, mentre se parti dalla panchina ti preparerai per quel ruolo.
Sabato
Il Captain’s Run non è intenso come i giorni precedenti (“Giochiamo al 70%”), perché è un giorno dedicato soprattutto a mettere a posto il proprio corpo in piscina, con dei massaggi o con l’agopuntura. “Poi ci incontriamo insieme la sera, per 45 minuti o un’ora per passare del tempo insieme”.
Domenica
“Quando andiamo in campo ci vedete con le nostre cuffie, perché siamo definitivamente in the zone. Abbiamo un computer negli spogliatoi collegato a degli altoparlanti, ma io preferisco ascoltare la mia musica. Non voglio restare seduto ad ascoltare musica rock anni ’70! […] Una volta pronti, puoi indovinare chi è che parla di più. Dylan Hartley, da capitano, è uno di questi, ma anche Owen Farrell parla tanto soprattutto per difesa e mentalità, mentre George Ford per l’attacco”.
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