I ragazzi di Townsend non vincono a Cardiff da sedici anni e vogliono riscrivere la storia
L’attesissima sfida tra Galles e Scozia (oggi alle ore 15.15, diretta TV su DMAX) apre manifestazione e prima giornata in quel del Principality Stadium, laddove gli ospiti non vincono a livello di Sei Nazioni dal lontano 2002. Un dato, quest’ultimo, che rispecchia le ataviche difficoltà in trasferta, almeno nel nuovo millennio, della selezione del cardo, capace di imporsi, fuori da Edimburgo, solo 6 volte (di cui 4 a Roma) in 18 anni.
Un’abitudine negativa che Gregor Townsend (in campo all’epoca dello scalpo di sedici anni fa), head coach al debutto nel torneo, vuole immediatamente eliminare, a partire proprio dalla delicatissima battaglia odierna. “Abbiamo scelto una formazione con caratteristiche ideali, sotto il profilo della velocità e dell’ intensità, per provare a vincere a Cardiff“, ha dichiarato l’allenatore scozzese nel corso della conferenza stampa di presentazione della formazione, lanciando un chiaro segnale ai propri ragazzi. L’obiettivo è la tanto agognata vittoria esterna, senza mezzi termini. Del resto, dopo le ultime prestazioni di rilievo tra estate ed autunno, sublimate dal doppio successo sugli Wallabies, ed uno stupendo Sei Nazioni 2017, condito da 3 vittorie (tutte a Murrayfield), l’ultimo passettino da compiere per essere competitivi al massimo livello sta proprio nel trovare consistenza sui campi rivali. Un gradino da scalare affatto agevole, soprattutto vista la moria di avanti dell’ultimo periodo. Tanti i cambi forzati tra i primi 8 per Townsend, che si affida, dunque, alla verve della sua mediana elettrica Russell-Price e alla stella Hogg (splendido il duello a distanza con l’altro estremo dei Lions Halfpenny). Il capitano, invece, è Barclay, uno che conosce discretamente gli avversari di giornata, essedo referente massimo degli Scarlets, squadra serbatoio del Galles di oggi.
Se la Scozia non ride, sul fronte infortuni, i padroni di casa di Warren Gatland piangono. I dragoni, infatti, devono rinunciare ad innumerevoli elementi dal valore assoluto, e dall’importanza in squadra inestimabili. Fare a meno, in un colpo solo, di capitan Warburton, Liam Williams, Biggar, Webb, Faletau, Lydiate e Jonathan Davies è un problema dalla difficile soluzione pure per l’allenatore che ha guidato i Lions britannici ad un prestigioso pareggio nella serie contro gli All Blacks. Gatland punta sulla freschezza alle ali di Adams ed Evans, due finisher devastanti, ma anche con qualche limite difensivo, schermato dalla solidità dei due centri Scott Williams e Parkes. Mediana, invece, rinnovata (forzatamente), con Patchell atteso alla conferma di quanto di buono messo in mostra con gli Scarlets tra campionato celtico e coppa, coadiuvato da un Gareth Davies a numero 9, sempre estremamente frizzante, palla in mano. Davanti spazio pressoché totale ai ragazzi provenienti dalla franchigia di Llanelli, che tanto bene stanno performando col club, e che, con il sostegno di capitan Jones, sono chiamati a vincere le battaglie nelle fasi statiche, dove i dragoni sembrano avere un vantaggio rispetto agli scozzesi, e, molto probabilmente, si deciderà la partita.
Galles: 15 Leigh Halfpenny, 14 Josh Adams, 13 Scott Williams, 12 Hadleigh Parkes, 11 Steff Evans, 10 Rhys Patchell, 9 Gareth Davies, 8 Ross Moriarty, 7 Josh Navidi, 6 Aaron Shingler, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Cory Hill, 3 Samson Lee, 2 Ken Owens, 1 Rob Evans
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Wyn Jones, 18 Tomas Francis, 19 Bradley Davies, 20 Justin Tipuric, 21 Aled Davies, 22 Gareth Anscombe, 23 Owen Watkin
Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Seymour, 13 Chris Harris, 12 Huw Jones, 11 Byron McGuigan, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Cornell du Preez, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (C), 5 Jonny Gray, 4 Ben Toolis, 3 Jon Welsh, 2 Stuart McInally, 1 Gordon Reid
A disposizione: 16 Scott Lawson, 17 Jamie Bhatti, 18 Murray McCallum, 19 Grant Gilchrist, 20 Ryan Wilson, 21 Greig Laidlaw, 22 Pete Horne, 23 Sean Maitland
Matteo Viscardi
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